Tecno nascita e morte

Il punto non è: siccome si può tecnicamente fare, allora lo faccio. No, non si dà proprio più un punto ma un’intera dimensione. È la dimensione della scienza e delle sue capillari applicazioni tecnologiche nella nostra vita di tutti i giorni che oggi domina l’orizzonte del mondo e ne determina modi, azioni e pensieri. E non solo sul tema della nascita, in questi giorni alla ribalta della cronaca e degli insulti etico-politici.
Lo vediamo con la morte: la dimensione tecno-scientifica è in grado di procrastinarla oltre un confine sempre più dilatato e inimmaginabile fino a non troppi anni fa. Tanto che per accedere alla vecchia morte naturale, si deve chiedere, implorare esplicitamente di interrompere tale indefinito mantenimento tecnico in vita. Anche questa richiesta di senso naturale suscita però isterici clamori da parte dei pro-life. Al cattolico Piergiorgio Welby hanno negato il rito funebre in chiesa per aver voluto una morte naturale, staccando il dispositivo tecnico respiratorio che gli prolungava la vita agonizzante. Ricordiamoci le file di bottigliette d’acqua per il prolungamento tecnico in vita di Eluana Englaro, dopo oltre diciassette anni di coma irreversibile. Molti altri casi simili si sono verificati in Usa e in altre parti del mondo. E continueranno a verificarsi.
Non parliamo poi della rivoluzione medico-genetica già ora in atto e che sarà presto ancora più in grado di manifestare tutta la sua potenza. Come possiamo pensare che anche il nascere non avvenga dentro la dimensione sempre più dominante della scienza e della tecnica? Vogliamo che il dispositivo, l’apparato tecnico inondi ogni grande e piccolo aspetto della nostra esistenza ma poi pretendiamo di mettere una rugginosa inferriata etico-ideologica attorno al problema della nascita. Pretesa ingenua, proprio perché siamo noi stessi, in ogni nostro minimo gesto, click e pensiero a rafforzare l’egemonia della tendenza scientifica e tecnologica nel mondo.
Una tendenza che sottrae progressivamente influenza alle religioni che proprio sui cruciali riti di passaggio come il matrimonio, la nascita e la morte fondano il loro credo soprannaturale e il loro potere mondano. Eppure – per capire la forza egemonica della tecno-scienza sulle altre fedi e ideologie – basti ricordare che anche la vita di Papa Wotyla fu tecnicamente prolungata dai medici del Policlinico Gemelli di Roma (Università Cattolica del Sacro Cuore) fino a quel “non più limite” bio-tecnologico che fece implorare allo stesso perennemente moriente e gemente Pontefice: “Lasciatemi tornare alla casa del Padre”.
Il promontorio biblico denominato “Partorirai con dolore” rivolto nel Genesi 14-19 alla donna è stato ormai doppiato da un pezzo. Non solo, però, alle religioni sottrae influenza la tecno-scienza, ma anche ogni altra visione filosofica, politica, umanitaria radicata ancora nel vecchio paradigma.

di Riccardo Tavani

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