La “Amoris Laetitia” in un mondo senza amore

L’errore di voler forzare ai propri convincimenti riflessioni meditate e da meditare, frutto di un lungo lavoro.

E’ incredibile, dice l’eretico, la supponenza con cui è stata accolta l’ultima esortazione apostolica di papa Francesco, la “Amoris Laetitia”, un documento che è espressamente rivolto “ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate, agli sposi cristiani e a tutti i fedeli laici sull’amore nella famiglia”. A loro, non ad altri.
Se ne è parlato poco e male, è la constatazione dell’eretico. Con una fretta superficiale, rivolta solo ad uno o due dei 325 paragrafi contenuti in 145 pagine (testo pdf in italiano). Un documento a valle di un lavoro durato 2 anni, con 391 documenti esaminati (magari si fosse usata una pari cura per la riforma costituzionale Boschi !!) e con una esplicita indicazione di papa Francesco: “..perciò non consiglio una lettura generale affrettata..”
Già, è stato fatto proprio il contrario. Con considerazioni sommarie. Sicuramente senza aver letto un documento di tale complessità.
Sono affari interni, dice (da non-fedele laico) l’eretico. Che è invece interessato a fatti che possano servire per tutti, donne ed uomini della terra. Che oggi vivono in una dimensione disumana.
Con cinque miliardi in condizione di estrema povertà.
Con il profitto come unico obbiettivo sulle attività produttive e sulla finanza.
Con il piacere materiale contrabbandato da amore.
Con il diritto individuale come norma e negazione del dovere di solidarietà.
Con una terza guerra mondiale frazionata in mille faide sanguinose.
Con dolorose migrazioni inarrestabili, nella ostilità di popoli più fortunati.
Posizioni (l’eretico sta leggendo l’esortazione in modo non affrettato) da affrontare e umanizzare attraverso l’amore, la “gioia dell’amore”, già nel titolo.
Come il riferimento alle migrazioni, ai problemi che ne derivano nelle vittime, nella rottura delle famiglie.
Come i diritti delle donne, calpestati ed inesistenti in miliardi di realtà.
Come l’attenzione e il rispetto per le persone omosessuali e per convivenze di persone dello stesso genere.
Come ogni situazione affrontata con discernimento in relazione alle diverse culture, alle diverse organizzazioni societarie, dando così pieno riconoscimento all’autonomia dei vescovi, chiamati ad essere più vicini alle donne e agli uomini nei diversi paesi del mondo.
Niente di nuovo e pure un modo tutto diverso, osserva l’eretico, nel discernimento, nel valutare i fatti.
C’è un ritorno alle origini, al “guardate come si amano” degli Atti degli Apostoli, per il mondo cristiano.
Ma c’è il riconoscimento di una cristianità che è anche ortodossa, anglicana, luterana, protestante (non solo cattolica romana con pretese di essere l’unica vera).
Con reciproci avvicinamenti e richieste di perdono, per le sanguinose lotte di tanti secoli.
Con il comandamento dell’amore per Dio e per il prossimo che può rompere, anche per un mondo laico, lo squallore di una società senza ideali.

 L’eretico

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