Sanità. Crollo delle aspettative di vita in Italia

Barbara

Tagli nel settore sanitario e aumento dei decessi, l’età orizzonte si raggiunge a 85 anni massimo

 Si prospetta uno scenario drammatico per chi aspira a raggiungere il centenario. O una sfida alle statistiche, viste le aspettative di vita citate dal rapporto Osservasalute: secondo il resoconto dell’osservatorio sulla Salute delle Regioni, rispetto al 2015 l’Italia acquista infatti un deficit sulla longevità fra i Paesi dell’Ocse, piazzandosi inoltre fra quelli che meno investono sulla prevenzione sanitaria. Calano quindi le aspettative di vita, direttamente proporzionali al taglio sulle risorse sanitarie e all’incidenza che questa decisione può avere sulla qualità dell’assistenza medica. Per rendere meglio l’idea, l’età media degli italiani non supera gli 80 anni per gli uomini e gli 85 per le donne. La differenza di longevità fra i due sessi rappresenta un dato curioso sulla base di luoghi comuni, che vorrebbero l’uomo più resistente negli anni, ma tendono a sfatarsi se si riflette sulle abitudini di vita e la specificità dei singoli pazienti. Non è raro che le donne siano più accorte, per esempio, nella prevenzione sanitaria e più costanti nel sottoporsi a controlli. Walter Ricciardi, coordinatore del rapporto Osservasalute, ha dichiarato: “Anche quest’anno le analisi segnalano numerosi elementi di criticità, confermando il trend in diminuzione delle risorse pubbliche a disposizione per la sanità, l’aumento dell’incidenza di alcune patologie tumorali prevenibili, le esigue risorse destinate alla prevenzione e le persistenti iniquità che assillano il Paese e il settore della sanità”. Basti pensare che nel 2013 l’Italia ha destinato solamente il 4% della spesa sanitaria alla prevenzione, collocandosi nelle posizioni più basse della classifica dei 30 Paesi dell’area OECD. A lasciar riflettere è anche l’aumento dei decessi, dovuto soprattutto a malattie ischemiche al cuore, malattie cerebrovascolari e altre patologie del cuore non di origine ischemica. Dati allarmanti quindi, che inducono a riflettere su come la spesa pubblica in materia sanitaria non solo vada ridimensionata in base alle reali esigenze dei cittadini, ma che non possa essere concepita come una “voce optional” su cui tagliare: in totale, nel 2015 sono stati 54mila i decessi in più rispetto all’anno precedente. Ciò dimostra che in Italia c’è un problema sanitario che va risolto al più presto, una situazione su cui bisogna intervenire con delle politiche attive che colmino un’assenza, ovvero quella di un’assistenza sanitaria a misura del paziente.

di Barbara Polidori

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