Una vita spezzata

Immacolata D'Angelo

La triste storia di Stefano Pompeo

Correva l’anno 1999: la mafia fa ancora vittime. È la volta di un’anima innocente di soli 11 anni, quella di Stefano Pompeo, ucciso a Favara in provincia di Agrigento in un agguato mafioso
Il male di vivere percuote ancora intere famiglie e molteplici sono le vittime. Correva l’anno 1999. Il luogo del delitto un piccolo paesino in provincia di Agrigento. È il 22 aprile e la mafia colpisce ancora. La vittima è un bambino di soli 11 anni: Stefano Pompeo. Una vita spezzata. Una ferita ancora da rimarginare. È sera e il piccolo decide di accompagnare il padre il padre, impegnato nella macellazione di un maiale da cucinare e da consumarsi nella campagna di proprietà di Carmelo Cusumano, ritenuto capo di una cosca di Favara, con altre persone. I due arrivano poco dopo le 18. Alle 20,40 Stefano decide di salire sul Fuoristrada del Cusumano, guidata da Vincenzo Quaranta, per andare a comperare il pane. E’ troppa la sua voglia di fare un giro su quella Jeep. Troppa la voglia di esplorare il mondo e quel piccolo centro in cui era nato e vissuto fino a quel momento. In pochi minuti l’inconcepibile. L’auto viene colpita da tre colpi di fucile. Il bambino viene colpito alla testa. I killer sbagliano bersaglio. Credono che sull’auto vi sia proprio Carmelo Cusumano ed, invece, spengono la piccola esistenza di un’anima innocente che di quella spazzatura nemmeno ne sapeva l’esistenza. Poco da fare per il piccolo: arriva in ospedale già privo di vita. Un delitto che suscita profonda commozione in tutt’Italia. Un anno dopo la risposta dello Stato con l’operazione Fratellanza che decima le due famiglie mafiose di Favara in guerra: quella dei Cusumano e quella dei Vetro. A Stefano Pompeo, Favara il 29 settembre scorso intitola la villa del paese. Stefano è oggi riconosciuto vittima della mafia dallo Stato. Ed anche vittima di una società in cui il valore della vita umana, anche quella di un bambino, conta poco o nulla. Un sacrificio, quello di Stefano, che deve servire da monito. Il cancro si espande ancora dirompente ovunque: per le strade, case, tra la gente, tra vittime innocenti e non. Divaga, avanza e senza far rumore colpisce nel profondo dell’anima.

di Immacolata D’Angelo

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