Tempo di elezioni e di rassegnazione?

Essere sindaci oggi significa essere vicini alla gente, capirne i bisogni, confortarla nella solidarietà verso gli altri. Ma anche mobilitarsi contro le inerzie del governo.

Prima di parlare d’altro, sorride l’eretico, è giusto ricordare l’elezione di Sadiq Khan a sindaco di Londra. Perché è un esempio di come potrà essere il nostro futuro, se avremo il coraggio di non vivere di paure. Se saremo in grado di credere in una società multiculturale, che consenta risultati come quelli conseguiti dal nuovo sindaco di Londra.
Vediamoli in estrema sintesi, dice l’eretico. Sono un esempio, un modello possibile se non si costruiranno muri, se in Europa si capirà la necessità di una accoglienza per una migrazione che guerre e fame e sete ai limiti della sopravvivenza renderanno inarrestabile per 10, 20 anni, se si sarà in grado di programmarla. Eccoli, i dati di Sadiq Khan:
Musulmano, 45 anni, con moglie senza velo: in uno stato cristiano, come primo atto del suo mandato ha partecipato accanto a Ephraim Mirvis, Rabbino capo del Commonwealth al Memoriale della Shoah organizzato dalla comunità ebraica
Figlio di migranti (2 volte): i genitori furono costretti a muoversi dall’India al Pakistan nella terribile spartizione del 1947, poi arrivarono a Londra nel 1970, poco prima della sua nascita.
Classe operaia: figlio di lavoratori, il padre autista, la madre sarta con il loro lavoro gli hanno consentito gli studi, fino alla laurea e alla avvocatura con specializzazione nella difesa dei diritti umani.

Ma da noi, si chiede l’eretico, saremmo in grado di avere un Sadiq Khan al posto di Parisi o Sala a Milano, o di Meloni, Raggi, Giachetti, Marchini a Roma? E’ lecito dubitarne, perché da noi gli ultimi 20, 25 anni hanno portato ad uno scoramento e a un disimpegno preoccupanti.. Scende l’affezione, la partecipazione al voto. Scende la fiducia nelle istituzioni, nei partiti politici, nei loro rappresentanti. Si subiscono senza reagire i voti sulle nipotine di Mubarak, i resti di un parlamento esautorato dai decreti legge e dai voti di fiducia. Nel mondo del lavoro, passano senza reazioni dei sindacati e dei lavoratori l’annullamento delle scadenze dei contratti e provvedimenti come il Jobs Act che fanno perdere anni ed anni di conquiste duramente acquisite con scioperi e lotte..
Diversamente da quello che avviene altrove, in Francia, dice l’eretico. Che ha guardato con simpatia l’opposizione che sindacati e lavoratori hanno fatto e stanno facendo contro le iniziative governative di Hollande, dello stesso tipo del Jobs Act. Scioperi, manifestazioni di piazza, unità dei lavoratori.
Da noi solo nella manifestazione del Primo Maggio, a Genova, da parte sindacale si è parlato di “piano del lavoro”, ma senza proposte organiche. Con l’unico gesto simbolico, a Roma, del Presidente della Repubblica con una corona al monumento dei caduti sul lavoro.

Non c’è lavoro, da noi, ma non ci sono neppure reazioni, osserva l’eretico, con amarezza. Il 40% dei giovani ne è privo; ma è inerte, vivacchia alle spalle dei genitori e nonni, passa le giornate con il telefonino e con qualche spinello, non pensa di indignarsi, di mobilitarsi, di combattere per il domani …
Eppure una mobilitazione sarebbe necessaria. Perché l’economia nazionale è a rischio. A rischio grave. Il tasso di crescita nel 2015 è ancora tra gli ultimi in Europa. A fronte di Germania: 1,6%; Irlanda: 7,8%; Spagna: 3,2%; Eurozona: 2,2% da noi in Italia abbiamo avuto solo lo 0,8%!
Lo 0,8 nel 2015, che segue allo 0,6 del 2014. Ma qualcuno, ricorda bene l’eretico, non ebbe a dire: “non possiamo accontentarci dello zero virgola di Letta”?
Né sono migliori le notizie per il 2016.
Lo “spread”, che nell’ultimo trimestre 2015 era rimasto costantemente sotto 100, da un paio di settimane è salito sopra 140. Quindi ulteriore crescita del debito pubblico che sarà a carico dei giovani ,che già non hanno lavoro..
Il “Pil”, nel primo trimestre 2016, è cresciuto, dice l’Istat, dallo 0,2% allo 0,3%.
Però non aggiunge che la media dell’Eurozona è al doppio: +0,6%, e che in Germania è ancora più alto: 0,7% !

Con un quadro economico di questa fatta e con la spaventosa evasione che contina, osserva l’eretico, certamente caleranno ancora le risorse per i Comuni. E i nuovi sindaci faranno ancora più fatica degli uscenti, per gestirli. Sono coraggiosi, o incoscienti, o arrivisti male intenzionati.
A loro (non agli arrivisti) fa gli auguri l’eretico. Di riuscire ad amministrare come la “Allegoria del buon governo” di Ambrogio Lorenzetti.
Con una speranza. Che dai Comuni, come nel Medioevo, parta un movimento di riscossa. Chi è più vicino alla gente sa chi è il nemico, l’evasione, quei 180 miliardi all’anno rubati alla collettività. Sa dove si annidano i nemici del buon governo, gli evasori.
E forse, dall’unione dei Comuni, qualcosa potrebbe nascere.

L’eretico

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