La pena di morte si batte a suon di “No”

Angelica Basile

Ci definiamo umani, ma fino a quando anche un solo Paese nel mondo lascerà che sia legale la pena di morte, sarà difficile essere pienamente uomini. Il fatto che in molti degli Stati Uniti d’America ancora oggi, nel 2016, la pena capitale venga tollerata e sostenuta è un fatto inaccettabile. La pensa così anche il colosso farmaceutico della Pfizer, che ha diramato qualche giorno fa un comunicato in cui rendeva esplicito il blocco della produzione di sostanze che potrebbero essere utilizzate per le esecuzioni.

A tal fine, la multinazionale ha dato vita ad un programma di controlli serrati, che garantiranno il fatto che tutti i farmaci usciti dalle loro fabbriche non saranno di per sé letali. La notizia ha ovviamente già fatto molto discutere. A rallegrarsene sono le moltissime organizzazioni per la tutela dei diritti umani, che vedono nell’incrementarsi della lista di aziende che dicono stop alla produzione di veleni legalizzati, già una vittoria. La Pfizer, infatti, è già la ventesima grande società che ha compiuto questa scelta e ci si aspetta che dopo l’importante segnale lanciato dalla sua azione, seguiranno moltissime altre adesioni celebri alla causa.

Forse un gesto come questo vale davvero molto di più di mille parole con le quali politici e politicanti si riempiono la bocca quando affermano di voler eliminare la pena di morte. Anche perché spesso a queste dichiarazioni plateali non seguono azioni concrete.

La pena capitale va sconfitta, l’uomo che sbaglia va punito e questo nostro mondo deve ritrovare il contatto con la realtà più profonda e sensibile dell’animo umano. Partendo, forse, proprio da splendidi gesti come quello della Pfizer.

di Angelica Basile

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