In morte di Marco Pannella, l’ultimo politico

Fois

Ho sempre considerato Marco Pannella un politico con la P maiuscola.
Mi piaceva il suo coraggio, la sua “favella”, il suo modo di aggredire i problemi e di indicare le soluzioni, la sua costanza e resistenza, anche fisica, nel portare avanti le lotte in cui credeva.
Molti hanno condiviso le sue battaglie in materia di diritti civili e di laicità e così anch’io. Meno, molto meno, quelle che erano indirizzate invece a stravolgere il mercato dell’economia e del lavoro in Italia. Ascoltavo spesso Radio Radicale e seguivo le parole di Pannella in tv ogni qual volta appariva, oramai quasi raramente.
Il panorama politico, che purtroppo è quello che è, rimane orfano di un punto di riferimento.
Oggi è un brutto giorno per chi ancora crede che i cambiamenti possano avvenire tramite le rivoluzioni culturali. Quelle a cui lui ci ha abituato.
“Il crimine più grave – amava ripetere – è stare con le mani in mano”. E lui questo “crimine” non l’ha di certo mai commesso.

di Giovanni Antonio Fois

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