Il Sacrario del “Migrante”

LucaMentre, proprio in queste ore, è finita la conta dei 675 migranti morti a bordo del barcone inabissatosi il 15 aprile dello scorso anno –  e successivamente recuperato dai fondali del canale di Sicilia dalla Marina Italiana – si registrano novità degne di rilievo nelle ‘politiche’ sull’immigrazione.

Sul fronte interno, nonostante le solite sirene allarmiste che continuano a parlare di ‘invasione’ e di centinaia di migliaia di nuovi sbarchi, dati alla mano si deve registrare, invece, una diminuzione di flussi. A metà Luglio, mese tra i più ‘caldi’ per quanto concerne le rotte in mare, quest’anno si registra l’arrivo di ‘sole’  8.000 persone, contro le oltre 20.000 dei due anni precedenti.

Inoltre, su base nazionale, il Ministero dell’Interno conferma –  per ora – 70.930 nuovi arrivi, contro i 170.100 del 2014 e i 153.842 del 2015. Questo significa che, a meno di imprevedibili ‘sorprese’, la flessione di uno 0,23% del numero di migranti in Italia, dovrebbe mantenersi costante anche per il resto dell’anno.

Qualcosa mi lascia supporre che – senza dare troppo nell’occhio – operazioni di disincentivo e ‘sabotaggio’ ai danni dei mercanti d’uomini e ai loro barconi, le forze di intelligence stiano ottenendo. Non lo sapremo con chiarezza a meno di fuga di notizie.

Contemporaneamente va aumentando la capacità di accoglienza dell’Italia che dal 2013 ad oggi ha messo in piedi un sistema diffuso in grado di quintuplicare l’ospitalità: siamo passati dalla gestione di un trend di 22.000 migranti del 2013 agli oltre 130.000 posti di quest’anno. Segnali che dicono di un ‘fenomeno’ che non si vuole più ‘subire’, ma a cui si comincia a dare una risposta organica e complessiva, alla faccia di quanti parlano di ‘respingimenti’ o di ‘lasciarli morire in mare, così non ci provano più’ (!).

Sul fronte europeo, soprattutto, c’è la nuova proposta della Commissione UE che per ogni migrante arrivato in base al sistema dei reinsediamenti, prevede 10 mila euro al paese ospitante. Cosa assai rilevante, si spera anche di mettere in piedi un sistema di reinsediamenti funzionante su base annuale dove saranno gli Stati membri a decidere quanti rifugiati saranno legalmente accolti e quali i Paesi di provenienza.

In altre parole, senza cambiare il Trattato di Dublino, che prevede il rimpatrio di migranti irregolari nel Paese UE di identificazione( un sistema che, in pratica, penalizzava i paesi di ‘ingresso’ come l’Italia e la Grecia), l’Unione sembrerebbe decisa ad adottare una strategia, finalmente, più radicale: regole uguali per tutti, per non creare paesi con condizioni migliori di altri che verrebbero presi di mira dalle richieste d’asilo. Un nuovo sistema unico di asilo, con procedure, tempi, criteri e standard uguali in tutti gli Stati membri, in modo da evitare che i migranti possano scegliere tra un Paese Ue e l’altro in cerca di condizioni migliori. Un sistema teso a garantire gli stessi diritti a tutti i migranti.

E’ un passo molto importante che va in direzione dell’adozione – senza se e senza ma – del concetto di accoglienza, che non può più essere lasciato al libero arbitrio e diventare frutto di interpretazione. Si va verso il riconoscimento dell’accoglienza del migrante, in una ‘offerta’ di pari opportunità in ciascun Paese. Solo così non saremo più costretti a vedere ‘masse di persone’ puntare su questo o quello stato Europeo, perché considerato più o meno ospitale.

Abbiamo spesso parlato di migranti quando tutti ne parlavano e non tutti ne parlavano con onestà intellettuale, continuiamo a parlarne anche quando altri – a cui non conviene più – non ne parlano. Continueremo a dare voce agli ultimi nella speranza che i nostri governanti facciano propria la lezione che ‘siamo tutti nella stessa barca e che o ci salviamo tutti o non si salva nessuno’.

Anche per questo ha fatto bene il Governo Italiano a riportare in superficie il barcone, affondato un anno fa con il suo carico di vite umane. Non poteva – non doveva – rimanere nascosta l’imbarcazione che segna il più grave naufragio di migranti da quando i ‘mercanti di vite’ hanno deciso di operare in mare. Erano stipate 5 persone per metro quadro in quella bara ‘galleggiante’: avevano sistemato uomini, donne e bambini dappertutto, persino sotto le assi del paiolo – tra il piano e il fondo della nave –  e nelle zone motore.

Ospitalità è anche dare degna sepoltura ai morti. Da queste pagine parta l’idea, allora, di un mausoleo al ‘migrante’ costruito a Pozzallo, o ad Augusta, o a Palermo – non importa il luogo – che ospiti i poveri resti delle decine di migliaia di vittime giunte o recuperate sulle nostre coste. Proprio come si è fatto per i caduti delle due Grandi Guerre, pensiamo ad un Sacrario dove sia onorato il loro eterno riposo, ove per sempre arda una fiamma al ‘migrante’ ignoto.

di Luca De Risi

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