Morire per sopravvivere

Il mondo occidentale oggi non conosce più grandi guerre, se non la guerra contro il terrorismo internazionale di matrice islamica, tuttavia nel mondo arabo e africano vi sono battaglie e scontri tutti i giorni dove muoiono civili inermi, che hanno la sola colpa di essere nati lì. Allora l’unica via di scampo è fuggire, lasciare i propri cari e la terra natia affidandosi a scafisti che fanno pagare circa 6-7000 dollari per un viaggio verso l’Europa per avere un futuro migliore.  Questi viaggi sono spesso irreversibili per coloro che scappano, in quanto molti di essi muoiono. Anche se sono stati varati nel corso degli anni piani di regolarizzazione del fenomeno migratorio, si ricordano “Frontex” e “Triton”, la situazione non sembra essere cambiata. Forse per l’incapacità delle istituzioni di gestire il fenomeno, o forse perché anche noi cittadini europei molte volte non ci mobilitiamo a sufficienza per cambiare tutto ciò. Sta di fatto che ogni giorno i media ci riportano notizie di morti nelle stive dei barconi. Queste imbarcazioni arrivano nel mediterraneo, attraccando il più delle volte a Lampedusa e gli immigrati vengono lasciati al loro destino in mare aperto da uomini pronti a lucrare sulle loro disgrazie.

A causa di questo fenomeno il mediterraneo è diventato un lago di sangue,il cimitero più grande del mondo. In molti casi coloro che arrivano a destinazione vengono soccorsi da medici e organizzazioni sul territorio, ma anche la popolazione locale non nega il soccorso. Il nostro atteggiamento in alcuni casi è di indifferenza, sfociando a volte anche nell’odio dietro la beffarda convinzione che bisognerebbe aiutare queste persone a casa loro. Molti leader politici europei tra cui Salvini, Le Pen affermano che questi poveri disgraziati che arrivano nel canale di Sicilia sono il germe del terrorismo, ma essi lo fanno solo per intercettare voti in quei segmenti di popolazione che provano rancore  verso essi. Il fenomeno migratorio appare fino adesso poco regolarizzato e si continuano a piangere vittime morte sui barconi nel Mediterraneo. Le polizie locali hanno arrestato parecchi scafisti, ma probabilmente questo non basta e bisognerebbe fare controlli a tappeto soprattutto in Libia dove partono i barconi. Le istituzioni internazionali dovrebbero farsene carico maggiormente  perché adesso coloro che stanno aiutando i migranti sono perlopiù O.N.G. come U.N.H.C.R. ed Emergency di Gino Strada.

Bisogna porre fine alle morti in mare e avviare una propria rivoluzione culturale anche dal basso, altrimenti le morti continueranno imperterrite  in un bacino di odio lastricato dall’indifferenza. In più aumenteranno sempre più individui pronti a guadagnare migliaia di dollari sulla pelle di altre vittime innocenti.

di Lucio Altina

Print Friendly, PDF & Email