Il Ferragosto ai tempi dell’Isis

Salvo

Il 15 agosto 2016 capita che le città si svuotano e, insieme ad esse, anche le caserme. No, non nel senso che i militari vadano in ferie; anzi, per loro oggi più che mai il Ferragosto è inversamente proporzionale al divertimento altrui. Il tutto per far sì che il piano sicurezza (messo a punto dai piani alti dopo i recenti attacchi terroristici al cuore dell’Europa) funzioni senza intoppi o distrazioni. Come quelle che a Nizza sono costate caro.

Roma, ad esempio, è blindata. Paradossale, direte voi, perché dei romani non c’è traccia e dei turisti non si registra il pienone, in barba al Giubileo. Blindata in sé stessa, come una cassaforte chiusa con combinazione pur non contenendo gioielli. Eppure gli ordini del Viminale sono stati chiari: massima allerta nel centro città. Quello che forse sarebbe meglio blindare durante l’anno, quando brulica di auto e di traffico (ma vabbè, questa è un’altra storia).

Detto di Roma, Milano non è certo da meno. Un Ferragosto di massima attenzione ma forse con più discrezione: stando a Rainews, le unità di azione sono divise in “Uop” (Unità operative di pronto impiego) ed “Api” (Aliquote di primo intervento), gruppo misto di agenti e militari che godono di preparazione e armi adeguate, operanti sulla scorta delle esperienze maturate “in tutti i teatri internazionali caratterizzati dalla minaccia terroristica”.

Presenza meno ingombrante a Firenze, dove, complice anche la dimensione più a misura d’uomo, le strade del centro sono invase dai turisti, molti in coda davanti ai musei aperti sia a Ferragosto che il giorno seguente. Pure in tal caso, però, sono pochi i residenti rimasti in città, che ciò nonostante godono comunque dell’occhio discreto ma costante delle forze dell’ordine coadiuvate dai militari. Sempre stando a Rainews, sono oltre un centinaio gli uomini nelle strade, nelle stazioni e nei pressi dei cosiddetti obiettivi sensibili fiorentini.

Nulla, dunque, in confronto alla Capitale, che tra l’altro di recente è stata oggetto di minacce terroristiche in un graffito apparso su un muro di Sirte, città libica, che recitava: «Questo è il porto marittimo dello Stato islamico, il punto di partenza verso Roma. Con il permesso di dio». Eppure, nonostante il pericolo che tuttavia non è trascurabile, a noi Roma piace immaginarla incurante, soporifera, a tratti attiva e propositiva alla maniera di Enzo, il personaggio verdoniano che in “Un sacco bello” cerca smanioso qualcuno con cui passare il 15 agosto: «Ciao Amedeo, t’avevo telefonato per sapè come t’eri messo per Ferragosto perché c’avevo un progetto abbastanza ra… Ah, lo passi co tu’ moje! Vabbè, vabbè… Eh, sarà per n’altra volta, d’accordo… Buon Ferragosto, allora… Anche a tua moglie!».

di Massimo Salvo

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