Lucio Dalla, immagini e suoni – Complesso del Vittoriano

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Vuoto incolmabile. Quando un’assenza resta presenza, quando il ricordo continua a essere martellante, tutte le parole e le sfaccettature legate alla memoria iniziano a trovare ragion d’essere. Non conta la conoscenza fisica, ci sono persone, artisti, che entrano dentro e scavano a fondo senza limiti di spazio. Di tempo. Inevitabilmente Lucio Dalla, è stato ed è uno di questi. In tutta la sua essenza di talento poliedrico e soprattutto umano. “Ma sì, è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.”Passeggiando per Bologna, tra i luoghi che l’hanno ispirato, capita ancora di percepirne la presenza. Come se quel primo marzo 2012, non fosse mai esistito. Come se il suo ineguagliabile estro, non avesse mai cessato di esisteree fosse ancora ben saldo qui, attraverso il basco di lana a falde larghe, gli occhiali scuri e le note di “Caruso”. Le frasi delle sue canzoni, le melodie e i messaggi tra le righe. Ed è proprio grazie a questi strumenti e un percorso narrativo monografico, che si è sviluppata “Lucio Dalla, immagini e suoni”. Una mostra curata da Ernesto Assante e sviluppata all’interno della Sala Zanardelli, nel Complesso del Vittoriano. Con il supporto dei maestri della fotografia Guido Harari, Fabio Lovino, Giovanni Canitano, Fausto Ristori, Luciano Viti e Carlo Massarini. Scatti di vita, sul palco e dietro le quinte, accompagnati da una colonna sonora che racchiude i più grandi successi e dal documentario “Senza Lucio”, di Mario Sesti. La prima esposizione, dedicata al genio artistico bolognese, nella Capitale, fino al 2 ottobre 2016. “La morte, è solo l’inizio del secondo tempo.” A lui, piaceva pensarla così.

di Sara Di Paolo

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