Addio Pellè

lamberto

È il minuto 60 di Italia-Spagna, gara valevole per le qualificazioni mondiali, e gli spagnoli sono in vantaggio quando il nuovo Ct Ventura decide di sostituire lo spento Pellè. Il manuale del calcio, in questo caso, è semplice: se la tua squadra sta perdendo, tu stai giocando male e il tuo allenatore ti cambia non devi far altro che uscire più in fretta possibile dal campo, fare l’in bocca al lupo al compagno che entra, salutare il mister e sederti in panchina. Forse sarà il pensiero di non arrivare alla fine del mese, con i 15 milioni che guadagna l’anno (più di 1mln al mese) ma Graziano Pelle non fa niente di tutto questo. Esce dal campo lento, stizzito, e quando Ventura gli allunga la mano lui tira dritto facendo finta di niente. Un gesto inedito in campo internazionale, specie con la maglia azzurra addosso. Così la decisione della Figc di escluderlo dal ritiro “per il comportamento irrispettoso tenuto al momento della sostituzione durante la gara di ieri con la Spagna. Far parte della Nazionale comporta infatti la condivisione di valori e l’assunzione di atteggiamenti consoni alla maglia azzurra, a partire dal rispetto nei confronti dello staff, dei compagni di squadra e dei tifosi”. Ma a mandare su tutte le furie il tecnico sono state soprattutto le parole urlate dalla panchina. Insulti e attacchi personali a Ventura, che non ci ha pensato due volte a rispedirlo a casa. Immediate sono arrivate le scuse del giocatore: “Ho fatto un’altra cavolata”. Si, perchè appena qualche mese l’attaccante si era reso protagonista di una scena tragicomica agli Europei di Francia. Dal dischetto del rigore, di fronte al portiere della Germania, Neuer, simulò il gesto del cucchiaio salvò poi farsi parare il tiro. Eppure tutto ciò non compromise l’affare della sua vita: Lo Shandong Luneng, squadra cinese, bussa alla sua porta con un’offerta di 38 milioni di euro in due anni. Firma sul contratto e tanti soldi per consolare il triste Europeo. Così Pellè ha voluto salutare l’Italia con una perla di ignoranza e strafottenza. Quelli contro la Spagna infatti saranno gli ultimi minuti della sua storia in
nazionale, largo ai giovani come Immobile e Belotti e, perchè no, al ritorno di Balotelli. Purchè i giocatori si giudichino sul campo e non sul conto in banca.

di Lamberto Rinaldi

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