Samusung Note 7, il crollo del colosso sudcoreano

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Più di 190 mila device ritirati dal mercato in Cina e milioni di dollari spesi per il rimborso dei dispositivi. Ma è solo una bazzecola se paragonati alle centinaia di miliardi di perdita sul mercato internazionale che si profilano nel futuro dell’azienda. Il Samsung Note 7 si è rivelato un vero fiasco, che condurrà il colosso sudcoreano verso anni difficili. Certamente una brusca frenata nei confronti del competitor Apple che, forte delle vendite degli Iphone e degli Ipad, continua la sua ascesa inarrestabile. “Anteponendo a tutto la sicurezza dei nostri consumatori abbiamo assunto la decine finale di fermare la produzione del Galaxy Note 7”, si legge sul sito internet della Samsung che ha dovuto ritirare dal mercato lo smartphone, appurati i problemi di surriscaldamento che hanno provocato in diversi casi esplosioni e principi d’incendio. E le cifre non si limitano ai 200 mila esemplari ritirati in Cina. Per correre ai ripari la Samsung aveva sostituito due milioni e mezzo di pezzi difettosi in dieci Paesi, che presentavano tutti lo stesso problema: la batteria agli ioni di litio si surriscalda quando è in carica, rischiando di infiammarsi o esplodere. Un rischio troppo grande per l’azienda che ha preferito ritirare il modello dal mercato, onde denunce degli utenti e quindi problemi ben maggiori. Vicende come questa ci fanno riflettere sulle effettive misure di sicurezza in materia di produzione di dispositivi come il Galaxy Note7, sacrificate sull’altare del mercato e del consumismo. La salute dell’utente viene sempre in secondo piano, a vantaggio del portafogli, che occupa sempre posizioni di primo piano.

di Giovanni Antonio Fois

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