Povertà in Italia: i dati e la realtà quotidiana

Valerio Di Marco

Secondo l’ISTAT nel 2015 gli individui poveri sono stati 4 milioni e 598 mila, il numero più alto dal 2005. Di questi un milione sono giovani, per i quali mettere su famiglia resta una chimera. Tant’è vero che siamo un paese a crescita demografica zero. Perchè fare un figlio da noi è un viatico verso l’impoverimento. Secondo un’indagine Federconsumatori, fino ai 18 anni un figlio “costa” dai 113.000 euro in su. E senza casa dove lo cresci ? Secondo i dati di due note agenzie immobiliari, per l’affitto di un 60 metri quadri a Roma sono richiesti dagli 800 euro. Tutto ciò si accompagna agli ultimi dati sull’occupazione. E’ vero che sono diminuiti gli inattivi, ma non perchè c’è più fiducia di trovare un impiego. Più semplicemente, molti sono arrivati al punto di non potersi più permettere di non lavorare. Inoltre l’Italia spende molto meno degli altri paesi europei per le fasce deboli di popolazione. Fasce a cui non resta che la Caritas. Secondo un rapporto dell’organismo pastorale i bisogni più frequenti sono povertà e disagi occupazionali, abitativi e familiari. Ma i numeri raccontano il “quanto”, non il “perchè”. E allora bisogna toccarla con mano, la quotidianità. Al centro Emmaus della parrocchia romana di S.Ireneo, a Centocelle, ogni giorno c’è la fila. Qui si viene la prima volta per un colloquio preliminare e in base alla natura del bisogno si viene indirizzati ad un secondo appuntamento più specifico. Domanda e offerta di lavoro dovrebbero incontrarsi ma il condizionale è d’obbligo. Anna è una signora di mezza età in attesa del suo turno. Tra le dita tiene una lettera di referenze. “Me l’hanno scritta i figli di un’anziana signora che ho assistito per 5 anni. Adesso che è morta sono di nuovo in cerca. Faccio di tutto, anche le punture”. Loredana invece ha 55 anni e una figlia di 17 che vive con lei in una stanza in affitto. Lavora in un call-center ma lo stipendio dipende da quante chiamate fa. “Quando va bene metto insieme 900 euro ma 500 se ne vanno per affitto e bollette”. Perchè è qui ? “So che distribuiscono pacchi alimentari”. Sì perchè anche fare la spesa è un’impresa. E aumentano i casi di pensionati che rubano nei supermercati, come ci dice Laura, impiegata in un supermarket a Centocelle. “Un espediente è nascondere il prosciutto sottovuoto tra le confezioni dell’acqua. Altri scartano le confezioni dei wustel e li mangiano direttamente sul posto. A volte me ne accorgo ma li lascio passare, che dovrei fare, umiliarli oltre che denunciarli ?”. Dell’umiliazione non si preoccupano invece coloro che, anche alla luce del sole, rovistano nei cassonetti a caccia di qualsiasi cosa. Sono tra noi, sono come noi e possiamo anche continuare a far finta di non vederli, magari dicendoci che “sono zingari”, ma un giorno chiunque potrebbe ritrovarsi così.

di Valerio Di Marco

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