Rapporto Censis, un paese immobile e che non crede nel futuro

Non è uno scenario confortante quello che emerge nel 50° Rapporto Annuale del Censis sulla situazione sociale del nostro paese.

Il sommerso nell’economia assume livelli preoccupanti. Precisamente 200 miliardi, il 12% del Pil. Eppure non ha le stesse caratteristiche di quello che negli anni settanta sempre il Censis aveva messo in luce. Quest’ultimo fu la base per uno sviluppo imprenditoriale negli anni seguenti. Oggi, invece, l’economia sommersa (in cui rientrano anche le attività criminali) non crea né ricchezza né occupazione. È puramente un arma di difesa.

Infatti il Rapporto la chiama l’Italia rentier. Un Italia che si affida agli enormi risparmi. Dal 2007 gli italiani hanno risparmiato 114 miliardi di euro.

Anche il patrimonio immobiliare è messo a reddito, diventando case vacanze o B&B.

Questi risparmi però non si trasformano in niente, rimangono cash. Così l’Italia smette di scommettere sul futuro. Il rapporto degli investimenti sul Pil rimane molto sotto la media europea, specialmente rispetto alle grandi economie continentali.

La ricchezza non è, però, divisa equamente. Secondo l’istituto di ricerca, i giovani under 35 possiedono il 41,1% di ricchezza in meno rispetto alla media. Questa è concentrata nelle mani degli anziani.

Infatti, i giovani oggi possiedono una ricchezza inferiore del 26,5% rispetto a quella posseduta 25 anni fa dalla stessa classe sociale. Il dato si ribalta se prendiamo in considerazione gli over 65.

Causa di questa situazione è soprattutto l’andamento del mercato del lavoro. L’aumento occupazionale del 2015 non ha portato l’aumento del Pil che ci si era attesi. Questo perché le nuove assunzioni si concentrano nei cosiddetti lavoretti, che hanno una produttività bassa e non apportano utilità al paese.

Proprio la conformazione del mercato ha permesso l’esplosione dei voucher. 70 milioni quelli venduti solo nei primi sei mesi del 2016.

Il rapporto sottolinea gli effetti di questo contesto sulla natalità, che è molto bassa. Ovviamente non avere un lavoro o averne uno precario incide sulla decisione di metter su famiglia. Senza stranieri, afferma il Censis, l’Italia sarebbe in declino.

Le conseguenze si vedono anche sulla salute degli italiani. Ben 11 milioni hanno dichiarato di aver rinunciato alle cure mediche, risultato anche del ritiro graduale del settore pubblicò nella sanità.

Lo studio evidenzia anche un paio di aspetti positivi. Questi arrivano da fuori i confini. Il turismo continua a crescere costantemente, così come le esportazioni. Il Made in Italy rimane sinonimo di qualità e mantiene ancora un alto valore.

di Pierfrancesco Zinilli

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