Essere eroi nella normalità: la storia di Maggie Doyne

“We are the Kopilas, blooming every day. We are the Kopilas, learning every day.”

In Nepalese, Kopila significa “germoglio”. “Noi siamo Kopilas, fioriamo ogni giorno. Noi siamo Kopilas, impariamo ogni giorno” è la frase che accoglie chi visita il sito della Kopila Valley Children’s Home, la casa di accoglienza per bambini fondata nel 2008 da Maggie Doyne.

La storia della normalissima ragazza del New Jersey che subito dopo aver conseguito il diploma decide di prendersi un anno sabbatico per arrivare a prendersi cura degli orfani del Nepal probabilmente è sconosciuta ai più. Ma lo scorso anno, Maggie Doyne è stata nominata CNN Hero of the Year proprio per la sua straordinaria attività a sostegno dei bambini nepalesi.

Quello che doveva essere soltanto un viaggio infatti, ha portato Maggie a visitare un campo profughi in India, nel 2006, dove si potevano toccare con mano gli effetti di una guerra civile appena terminata. Il desiderio di aiutare una singola bambina la portano poi a farsi inviare dall’America i suoi risparmi – circa cinquemila dollari – cifra sufficiente per comprare un appezzamento di terreno nel Surkhet, una regione ad ovest del Nepal, dove riesce a costruire, con il supporto della comunità locale, una casa per ospitare i bambini rimasti orfani a causa della guerra: nasce così la Kopila Valley Children’s Home. La casa accoglie oggi più di cinquanta bambini che vi risiedono e studiano grazie al lavoro e all’impegno di volontari al 90% nepalesi. Sempre grazie all’impegno di Maggie infatti, nel 2010 è nata infatti la Kopila Valley Primary School, sostenuta grazie ai proventi ricevuti dalla ONG costituita sempre da Maggie per costruire una rete più ampia di sostenitori che credono nel suo progetto: la BlinkNow Foundation permette oggi di coprire anche le spese per l’assistenza sanitaria, e quindi, di assicurare a 360° una speranza di vita sicuramente migliore per moltissimi bambini. “Ho imparato molto presto, fin dall’inizio, che non potevo arrivare qui e dire ‘Ecco, ho un’idea. Questo è ciò che faremo.’ Non funziona così.” – racconta Maggie – “Il processo deve essere lento, deve essere organico. Deve provenire dalla comunità, nascere da un ‘noi’. Per me è importante sottolineare che questo è un progetto nepalese, che opera in favore del Nepal e della comunità locale”.

Storie di piccoli sogni e di grandi realtà.

di Giusy Patera

 

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