Fabrizio Gifuni, “L’autore e il suo doppio” in scena al Teatro Vascello di Roma

Da Camus a Pasolini, Gifuni porta in scena i grandi della letteratura del Novecento

“Un viaggio di andata e ritorno. Le parole provenienti dai corpi dei loro autori si depositano sulle pagine di un libro all’unico scopo di essere trasmesse. Finché un attore le stacca dalla dimensione orizzontale in cui occasionalmente si trovano per rimetterle in verticale, riportandole alla loro sede originale, facendosene nuovamente carico. Dal corpo dello scrittore al corpo di scena.

Dietro ogni rito c’è sempre un capro da sacrificare. Talvolta quel capro siamo noi. Ma con un po’ di coraggio e molto divertimento si può giocare anche con il minotauro. Assumerne le fattezze, trovare il suo respiro, impararne il verso. Infanzia, desiderio, memoria, immaginazione. E il gioco è fatto”.

In più di vent’anni il lavoro di Fabrizio Gifuni ha dato vita a un originale percorso culturale e creativo. Una pratica di lavoro che ha scommesso sulla centralità del corpo come principale strumento d’azione. Una ricerca caratterizzata da un’ostinato studio dei testi, dalla curiosità verso nuove forme di drammaturgia teatrale e da una dedizione nei confronti di una dimensione performativa totale. Due grandissimi esordi letterari italiani, il capolavoro esistenzialista del ‘900 francese, i racconti metafisici di due giganti della letteratura latino-americana. L’autore e il suo doppio è un breve compendio di alcuni dei suoi ultimi studi e spettacoli. Una riscrittura, attraverso il corpo, di testi letterari – importanti o dimenticati – pronti ad essere illuminati e condivisi secondo varie e inaspettate prospettive.

Scrive Emanuele Trevi: “Fabrizio si è impadronito di qualcosa di prezioso. Ha rubato a P.P.P. una potenza, una peculiarità della sua anima. Non un’idea, tutti sono buoni a impadronirsi di un’idea, ma una fonte di energia ancora intatta, ancora vibrante. (…) Io mi dico sempre una cosa, quando ammiro qualcuno, quando ammiro un particolare gesto artistico: questa persona, mi dico, sta procedendo sul filo di lana dell’incomprensibile. E che significa? Non lo so spiegare. Ma le parole sono quelle. Posso solo dire che per procedere su quel filo bisogna farsi più leggeri che si può. Così come l’essenza del santo è la trasformazione della carne in fuoco, quella dell’attore è la trasformazione della carne in fiato. E come la carne è la custodia dello spirito, così il fiato è il corpo della voce, la sua materia prima. Queste sono tutte trasmutazioni che discendono da un’alchimia complessa, lungamente meditata da Fabrizio. Perché la posta in gioco è alta: liberarsi definitivamente da quell’idea un po’ stolida dell’attore che “recita” o “esegue” qualcosa che uno si leggerebbe molto più comodamente a casa. Creando al contrario, qualcosa che può esistere solo lì, in quel dato momento, un pomeriggio d’autunno a Londra e la prossima volta chissà dove.” (da “Fabrizio Gifuni a Belgrave square”, in Primo Autunno, Quodlibet editore, novembre 2015).

giovedì 2, venerdì 3, sabato 4, domenica 5 marzo

LO STRANIERO

un’intervista impossibile

(da L’Etranger di Albert Camus)

suono G.U.P. alcaro

ideazione e regia Roberta Lena

produzione il Circolo dei lettori di Torino

 

martedì 7 e mercoledì 8 marzo

Fabrizio Gifuni legge

RAGAZZI DI VITA

di Pier Paolo Pasolini

Fabrizio Gifuni in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti

 

giovedì 9 e venerdì 10 marzo

IL DIO DI ROSERIO

di Giovanni Testori,

studio sul primo capitolo

Fabrizio Gifuni in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti

 

sabato 11 domenica 12 marzo

UN CERTO JULIO

omaggio a Julio Cortázar e Roberto Bolaño

Javier Girotto, sassofoni
Fabrizio Gifuni in collaborazione con Solares Fondazione delle Arti

 

TEATRO VASCELLO

via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma

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