La morte di Fabiano Antoniani: in Svizzera tramite eutanasia assistita

Le mie giornate sono intrise di sofferenza e disperazione, non trovando più il senso della mia vita ora. Fermamente deciso, trovo più dignitoso e coerente, per la persona che sono, terminare questa mia agonia”. Sono le parole di Dj Fabo contenute in una lettera che spiega il senso e le motivazioni della sua scelta nell’ultimo viaggio in Svizzera. Difendere il diritto sacrosanto della scelta di morire. Lettera consegnata all’Associazione Luca Coscioni di cui fa parte Marco Cappato colui che le starà vicino fino all’ultimo giorno di vita.
Fabiano Antoniani conosciuto come “ DJ Fabo” ha scelto di morire, ha scelto il percorso dell’eutanasia assistita separandosi dalla sua vita per sempre. Fabo era un ragazzo di 40 anni molto energico e sin da bambino portava con sè due grandi inseparabili passioni: quella per la musica, e quella per le moto da cross. Quest’ultima lo aveva portato anche a competere ad alti livelli, fino a quando un incidente di gara lo costrinse al ritiro. Ma la passione per la musica era rimasta comunque l’unica ed inseparabile compagna di vita, ne aveva avuto certezza dopo aver svolto lavori nell’ambito lavorativo edile, a seguito di un diploma conseguito come geometra.Capisce che la musica è il suo pane quotidiano e si tuffa nuovamente in quel fantastico mondo come DJ fino a quando una notte rientrando a casa dopo aver suonato in un locale di Milano un grave incidente lo rende tetraplegico e non vedente. Da quel giorno Fabo passa la sua vita immobilizzato ad un letto nel buio più totale.
Immaginate un ragazzo pieno di vita, vivace, sorridente, e trascinatore perché sempre al centro dell’attenzione che vede calare davanti a se un sipario che lo rende ormai impotente, malgrado resti sempre circondato dall’affetto di parenti ed amici e dalla sua inseparabile compagna. Due anni inchiodato a quel letto fino a quando comincia a nutrire dentro di se il pensiero di portare a termine il suo viaggio. Non accetta di passare le sue giornate nella sofferenza, non accetta più nulla, non ha più senso vivere in quelle condizioni.
Si concretizza in lui l’idea di quel viaggio ai confini del nostro paese, dove si pratica eutanasia assistita: La Svizzera. E contemporaneamente rivolge il suo appello al Presidente della Repubblica, ed ai politici senza ottenere risposte di interessamento. Forse perchè l’argomento eutanasia da noi non è mai stato approfondito malgrado venga condiviso da più del 74% degli italiani che ritiene giusto che venga discussa in Parlamento una proposta di legge, perché come dice Fabo: loro non capiscono che non si può vivere in quelle condizioni.
Inizia la sua battaglia usando la propria forza, la propria tenacia affiancato da Marco Cappato componente della Associazione Luca Coscioni (Associazione per la libertà di ricerca scientifica) che dichiara che lo Stato ha il compito di assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per decidere sulla propria sorte. Il paese è spaccato sulla sua decisione, qualcuno definisce Fabo un vigliacco per questa scelta, ma quel qualcuno non sa che bisognerebbe indossarne la pelle per capirne ogni minima sensazione che si prova restando in quelle condizioni con l’unica fonte di forza che era nella sua voce. Negli sforzi compiuti attraverso la sua voce.
Lui ha voluto cosi! E non si tratta di un caso sporadico più di 250 italiani hanno scelto quella strada, e molti di loro hanno deciso di vagliare bene la loro sorte tornando indietro. Saviano intervenuto in questa triste storia ha dichiarato le seguenti parole: “Ti abbiamo sentito distintamente chiedere una morte dignitosa, non esiste giustificazione possibile al silenzio che hai ottenuto in risposta. Non esiste giustificazione e urgenza possibile per la mancanza di empatia, di attenzione e di umanità del Parlamento e del Paese in cui ti è toccato in sorte di nascere e dal quale sei stato costretto ad auto esiliarti per morire. Perdonaci per aver reso la religione che crediamo di osservare talmente vuota da non saper più riconoscere un Cristo quando lo abbiano di fronte”.
Il 27 febbraio 2017 alle ore 11,45 Marco Cappato ha dichiarato su twitter: Fabo è morto. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo.

di Roberto Colasuonno

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