Blog a sua insaputa. Il Grillo questo non lo sa

Che il Movimento 5 Stelle potesse rivoluzionare la politica italiana, molti lo auspicavano e professavano già da tempo, ma bisogna ammettere che sul come avrebbe operato questa rivoluzione, pochi o nessuno potevano prevedere un simile exploit. Dopo Scajola con le case a sua insaputa, arriva l’evoluzione della filosofia dello scaricabarile, nientepopodimeno che per mano del leader maximo dei pentastellati dopo una querela, strano a dirsi, per diffamazione. Ora, immaginate che il Blog sia come un SUV che corre sparato sulla scena politica italiana, condotto da Grillo e con dentro post, contenuti e persone che ci mettono la faccia fidandosi di lui; ad un tratto si palesa un pericolo. Cosa farebbe secondo voi Grillo in una situazione del genere? Si butterebbe giù dal mezzo, lasciando che lo stesso si schianti con tanti saluti a chi c’è dentro? Oppure resterebbe coraggiosamente alla guida, assumendosi le sue responsabilità? Incredibilmente, Grillo fa qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato da lui, si fionda giù e manda al V-Day anche la sua stessa creatura; i suoi avvocati (o almeno, si presume difendano lui e non una qualche entità astratta che presenzia ai suoi spettacoli) replicano agli esterrefatti querelanti che Grillo non è responsabile dei contenuti del suo Blog. Esatto, dopo anni di pontificare ai suoi spettacoli che il suo blog era il più seguito all’estero, che lì si stava costruendo la futura macchina da guerra che avrebbe aperto il Parlamento come una scatoletta di tonno, dopo aver trasformato un luogo virtuale in un tempio della verità rivelata (da lui e Casaleggio), si scopre che lui “non è responsabile”. I benefit erano suoi, le rogne toccano ai responsabili del blog, chiunque essi siano. E così scopriamo che il M5S, partito con le migliori intenzioni, è gestito da un direttorio di tutto rispetto che aborre la politica tradizionale ma utilizza i suoi stessi espedienti per cavarsi fuori dalle grane. Grillo si trova dei post di cui non è responsabile nel suo blog, Di Maio riceve lettere in corretto italiano che non capisce e/o non ha letto, la Raggi si trova cucito addosso un “codice etico” su misura che le permette di aggirare le rigidissime regole espresse nel sacro Blog, le quali non ammettevano in alcun modo indagati all’interno del Movimento 5 Stelle. Magari più tardi mandiamo in vacca il limite dei mandati, la trasparenza delle rendicontazioni (già parzialmente delusa), la restituzione delle indennità e le lotte contro la Casta e i vitalizi, e confluiamo tutti in Forza Italia. Siamo o non siamo ragazzi meravigliosi?

di Marco Camillieri

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