La sparizione di Francesco Di Palo, un testimone di giustizia.

Da qualche giorno sembra essere svanito nel nulla il testimone di giustizia Francesco Di Palo. Titolare della Venere srl, una società fallita circa un anno prima che Di Palo decidesse di denunciare alla magistratura i soprusi che, secondo il suo racconto, lo avevano visto vittima.
Dopo anni trascorsi in una lotta costante, con la scelta di uscire dal programma di protezione, alla ricerca di serenità per sé stesso e per la propria famiglia, il primo aprile del 2017 Francesco di Palo ha deciso, nuovamente, di eclissarsi.
Una scelta simile era stata già fatta dal testimone nel 2008 e nel 2010, con l’intenzione di attirare l’attenzione da parte dello Stato dal quale si sentiva abbandonato.

Ha scritto, spiegato, raccontato in mille modi diversi quanto sia difficile e dura la vita del testimone di giustizia, quanto si viva male, rinunciando ai propri affetti, ad una vita serena, spesso incompreso nelle proprie necessità ordinarie, molte volte trattato da rompiscatole. Essere un uomo che si è ribellato alle sopraffazioni di una delle tante mafie che assediano il paese, dovrebbe invece essere garantito dalla possibilità di vivere serenamente, pur testimoniando in tribunale contro chi delinque.

Così non è stato per Francesco Di Palo.

Due anni fa aveva anche tentato di darsi fuoco dinanzi alla Prefettura di Monza, in un gesto disperato legato alle condizioni di vita della sua famiglia. Ne aveva riportato ustioni alle mani, un poco di attenzione da parte dei media, ma poi nulla era realmente cambiato nel suo quotidiano.
Sentirsi da soli è forse la difficoltà maggiore per chi deve vivere trasformandosi in un’ombra. La vita del testimone è quella di chi deve dimenticare il proprio nome, deve sperare di non incontrare nessuno che lo riconosca, ombra invisibile e senza memoria. Salvo quella parte di memoria che serve in tribunale. L’unica parte di sé che da valore alla propria vita agli occhi dello Stato?

Dopo la sua scomparsa una sentenza delle corte d’appello ha, intanto, assolto dai capi d’imputazione quasi tutti i destinatari delle sue accuse ribaltando di fatto la sentenza di primo grado che nel 2016 si era conclusa con condanne anche pesanti, fino a 25 anni di reclusione.
Francesco Di Palo adesso sembra essere svanito nel nulla. Non si comprende se per propria scelta, per fuga o per altra ragione. La famiglia lo sta cercando e lo attende a casa e spera in un suo segnale di vita.
Lui forse potrebbe tornare per raccontare o dare, in ogni caso, un nuovo senso alla sua vita.

di Patrizia Vindigni

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