A Milano è Tempo di Libri

Rivoluzione. Estraneo. Dissidente. Ma anche Bacio. Occhi. Jane Austen. Quelle che sembrano parole sparse, semplici lettere messe in fila senza un apparente nesso logico, sono il cuore, lo scheletro, le radici della prima edizione di Tempo di Libri, la prima fiera dell’editoria italiana promossa dalla Fabbrica del Libro che arriva a Milano Fiera Rho dal 19 al 23 aprile.
Un alfabeto, dunque, per partire dalla scuola, dall’Università, dai giovani lettori. Perché, almeno nelle premesse, Tempo di Libri vuole essere una fiera che assomiglia ai primi fruitori dell’editoria e che gira sì attorno agli appuntamenti, ma che avanza per temi e incontri non necessariamente legati alla convenzionale presentazione di libri.
Non sono i numeri di questo evento, infatti, a raccontarcelo. 524 espositori, 700 eventi e duemila autori sono cifre che siamo abituati a leggere e che ci dicono poco. Quello che ci racconta la nuova fiera, invece, è sapere che la città di Milano sarà coinvolta in un evento in cui la lettura diventa parte integrante a partire dagli aereoporti: a Malpensa e Linate verrà sperimentato infatti il bookcrossing nei gate e nelle aree di ritiro dei bagagli, dove i passeggeri potranno prendere un libro e lasciarne un altro. In fiera, Roberto Saviano parlerà dell’Italia mentre a condurre un reading su Stephen King sarà l’attore Filippo Timi. E grazie agli eventi del Fuori Tempo di Libri, chiusi i battenti della fiera, le biblioteche di Milano resteranno aperte tuttala notte e i lettori potranno cenare con i loro autori preferiti. Ancora, raccontare di ragazzi che portano libri in bicicletta a chi non riesce a raggiungere librerie, potrebbe sembrare il racconto utopistico di una città amante della cultura che non esiste se non in un racconto di Calvino. Pare invece che per cinque giorni si avrà in Italia una manifestazione in cui Città e Libro convivono e si arricchiscono a vicenda, e lontani da sterili gare a distanza tra editori e città, l’occasione da cogliere è quella di saper creare e volere, anche nell’era della “cultura” 2.0, Tempo per fermarsi e leggere, semplicemente.

di Giusy Patera

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