Caporalato: il centro di collocamento dei nuovi schiavi

Il fenomeno del cosiddetto “caporalato” si è sviluppato nel sud Italia, per poi arrivare anche nel centro e nel nord negli ultimi anni. Il “caporale” è una persona che si prende l’incarico di procurare manodopera illegalmente. In parole povere, il caporale è colui che la mattina presto vedete caricarsi su un camion dei poveri disperati che vogliono “guadagnarsi” (se così si può dire) una giornata di lavoro.

Le persone che accettano di lavorare per il caporale faranno i braccianti agricoli, lavoreranno sui campi, oppure saranno degli operai che lavoreranno in cantieri edili totalmente abusivi.

Il caporale, una volta fatto il suo lavoro, riceve da parte dei richiedenti della manodopera un compenso: una tangente.

Il caporalato è un vero e proprio sfruttamento della persona, in quanto non si ha minimamente cura del rispetto dei suoi diritti umani, personali e lavorativi. Una giornata di lavoro completa in un cantiere abusivo, viene pagata al lavoratore solamente 15 o al massimo 20 euro. A questo, poi, c’è da aggiungere il rischio che si corre, perché ovviamente non esistono controlli o assicurazioni a garanzia di eventuali incidenti durante il lavoro.

Direte voi: perché un lavoratore dovrebbe accettare tutto questo? La risposta è semplice: perché non trova di meglio. La maggior parte di questi lavoratori, di questi nuovi schiavi, è composta da emigrati clandestini, senza un permesso di soggiorno e che, quindi, non possono essere messi in regola. Parliamoci chiaro, però: anche con un permesso di soggiorno, chi li avrebbe messi in regola e per svolgere quale tipo di mansione?

Ovviamente, accanto al clandestino, troviamo anche il padre di famiglia che ha perso il lavoro e che, per mandare avanti la famiglia, non ha altra scelta a parte quella di scendere a compromessi. Qui, però, non si tratta di scendere a compromessi. Qui si sta parlando di sfruttamento, di uomini che lucrano sullo sfruttamento di altri uomini, di padroni e di schiavi. Si sta parlando di morti sul lavoro, di orari di lavoro improponibili e contro ogni legge.

Come combattere il fenomeno del caporalato? Con i controlli. Con i controlli nei cantieri, con i controlli nei punti in cui i caporali ogni mattina vanno a caricare i loro schiavi giornalieri (perché tanto si sa quali siano, sono sempre gli stessi). Forse, però, molti non sono interessati a fermare questo fenomeno, perché significa andare contro i poteri forti. Il caporale non è un uomo che un giorno si sveglia e decide di fare questo per lavoro, ma è un malvivente controllato dalla malavita. E della malavita, purtroppo, abbiamo tutti ancora troppa paura.

di Ludovica Morico

 

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