Comitato Civico 3e36: ad Amatrice e Accumoli l’arte continua a morire

A distanza di nove mesi dalle scosse che quel 24 agosto hanno distrutto Amatrice, Accumoli e gran parte del Centro Italia, ancora si registrano molte perdite nel patrimonio artistico locale, a cui fanno eco troppi pochi interventi.

Sono andati del tutto persi l’altare della Chiesa di S. Francesco e il portichetto della Chiesa di S. Antonio di Cornillo Nuovo, mentre sono ancora sotto le macerie il tabernacolo cinquecentesco dell’altare di Patarico e la tavola liturgica della Chiesa di S. Martino. Ci si domanda ancora se sia possibile recuperare gli affreschi nella Chiesa di S. Agostino e in quella di S. Martino.

Un gruppo di storici locali, professionisti del settore, tra cui architetti e restauratori, si sono più volte resi disponibili nei confronti delle amministrazioni comunali per far fronte a questa situazione. Con lo stesso obiettivo è nato anche il Comitato Civico 3e 36, intenzionato a segnalare e recuperare i resti storico-artistici della zona, convinti che poi a metterli in sicurezza e a salvaguardarli ci avrebbe pensato il Mibact.

Si sollecitò un tempestivo intervento a seguito del secondo sciame sismico, del 30 ottobre, prima dell’arrivo dell’inverno: per alcuni tipi di opere, le intemperie, l’acqua e l’umidità sono peggio del terremoto. Eppure i beni artistici non sono stati mai adeguatamente riparati, con il rischio di perderle per sempre.

Il primo decreto legge, il n.189 del 17 ottobre, non prevedeva “interventi a carattere di urgenza” e con le scosse di poco successive molte opere, ancora in piedi, finirono con lo sbriciolarsi. Il secondo decreto, il n. 205 dell’11 novembre, prevedeva all’art. 6 degli “interventi immediati sul patrimonio culturale”, in cui potevano anche essere coinvolti professionisti esterni qualificati. I comuni interessati erano liberi di effettuare in proprio gli interventi indispensabili. Quest’ultimo decreto, che dava ai cittadini la possibilità di intervenire nella ricostruzione, non è mai stato convertito in legge. Le scosse di gennaio hanno poi fatto il resto e ad oggi sono pochissimi i beni messi in sicurezza.

I Comitati, Civico 3e 36 e TerraNostra-2016, si sono rivolti più volte rispettivamente alle Amministrazioni di Amatrice e Accumoli, al fine di partecipare offrire il loro contributo. Hanno anche fatto richiesta di più approfondite indagini geologiche e di un aggiornamento della Mappa della Pericolosità Sismica. Perché un cittadino che ha già vissuto quel calvario deve pensare anche a questo? Non solo, chiedono delle risposte all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e al Comitato Tecnico-Scientifico, che affianca il commissario straordinario Vasco Errani, incontrato dal Comitato Civico 3e 36 lo scorso 1 febbraio.

Ad Amatrice, la città delle 100 chiese, così come ad Accumoli, è già crollato molto, tra scuole, caserme, ospedali: i cittadini non meritano di perdere altro. Non lo meritano neanche i vigili del fuoco che da mesi scavano e offrono il proprio sostegno, esemplarmente rappresentato da Ignazio, un pompiere che, scavando tra le macerie di una chiesa, ha rinvenuto un libro ottocentesco: non l’ha sollevato prima di togliersi i guantoni. Non voleva sporcarlo.

di Irene Tinero

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