Noi del PD ce l’abbiamo duro!

Una cosa ho capito del PD, non è fatto da stupidi. Se qualcosa accade, non è mai per caso. Il primo partito nazionale è un enorme ammasso in movimento che si adatta alla realtà contingente con un potere di mimesi straordinario. Hanno capito, per esempio, che all’italiano non serve un partito pulito, basta un volto pulito. Prendete Salvini. È nello stesso partito di Bossi, Bossi jr., Belsito recentemente condannati per appropriazione indebita, ma è pulito e così pur sguazzando nello stesso fango, può permettersi di fare la morale ai suoi compagni di merende. Perché? Perché i leghisti si identifichino con lui, piuttosto che con i cattivi, ma i cattivi ci sono ancora, non li ha mandati via nessuno.

Nel PD, analogamente, dopo le porcate combinate da Fassino, D’Alema ed altre vecchie glorie, per la scalata alla Antonveneta, serviva un volto pulito. Renzi è pulitissimo, un curriculum quasi immacolato (qualche spesuccia di troppo lasciata all’amministrazione fiorentina pende ancora sulla sua testa) gli permette di fare la morale, di parlare di rottamazione, di apparire come l’uomo nuovo. Che poi il suo partito sia sempre lo stesso, fatto dagli stessi osceni personaggi, rispondente alle solite logiche, infognato negli scandali di sempre, ai suoi elettori interessa poco; serve un volto su cui identificarsi. E serve chi faccia propaganda (vedi la pagina Facebook Matteo Renzi News, gestita da uno dei suoi tirapiedi), come ai bei tempi andati.

E se quel volto pulito, continua a parlare di valori di sinistra, di riforme, di rinnovamento, poco importa se nei fatti si comporterà all’opposto. La gente ha bisogno di identificarsi in un volto, non può farlo su degli ideali, su un collettivo; lo dimostra l’esperienza dei Cinque Stelle, partiti per agire come un unico, enorme, blocco di cittadini, e ridotti a farsi rappresentare da Di Maio, Di Battista e Grillo.

 Non deve stupire, tornando al PD, che i social di partito abbiano rilanciato uno slogan leghista (“aiutiamoli a casa loro”), facendolo proprio. Lo stesso Renzi ha scritto quelle parole, corredandole con concetti assurdi come quello di “numero chiuso” di migranti o “buonismo” (buonismo di che? È gente che scappa, non vengono in vacanza) e arrivando persino ad affermare come non vi sia alcun “dovere morale di accoglierli”, laddove tale dovere è ben sancito dalla nostra Costituzione e lui dovrebbe saperlo, e probabilmente lo sa. Il problema è che qualsiasi grosso partito è ben cosciente che senza una strizzata d’occhio agli intransigenti delle frontiere chiuse, non si va da nessuna parte. E il PD, pur dichiarandosi di sinistra, non ha alcun problema a farsi identificare con la Lega o Casapound se c’è da raccattar facili voti.

Nel Paese c’è un pericoloso moto di reflusso – o sarebbe meglio dire rigurgito – fascista da non sottovalutare. Da una parte in maniera velata ma via via sempre più chiaramente, basti vedere gli strali del M5S per difendere chi apologizza il fascismo. Al di là degli esiti elettorali e di certe perle politiche, altri campanelli d’allarme stanno suonando. Casapound ha fatto un blitz nella spiaggia di Ostia per cacciare i venditori ambulanti (con sinti e rom stanziati tra i Casamonica non ci provano nemmeno, da sempre i vili hanno puntato solo le persone che non possono difendersi), a Chioggia si è persino trovato uno stabilimento balneare aperto solo ai fascisti. Vero è che parliamo di gente totalmente ignorante che ha persino appeso, all’ingresso dell’impianto, le immagini dei meme sul Duce utilizzate dalla Pagina Facebook “Generatore di immagini gentiste di bassa qualità” proprio per prendere per il deretano i fascisti, ma non è forse nell’ignoranza che alberga il primo e più fertile seme della violenza? E che la politica raccolga questi aneliti, anziché soffocarli o ridurli alla ragione con adeguate misure sociali, dovrebbe preoccupare, non rassicurare, chi vuole che il problema immigrazione venga gestito nel modo corretto.

di Marco Camillieri

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