L’ “eruzione” tossica del Vesuvio

Chissà che avranno pensato i turisti in visita a Napoli e Pompei quando hanno visto quella enorme nuvola di fumo avvolgere il Vesuvio nelle scorse settimane. Probabilmente d’istinto avranno tutti imbracciato la loro Nikon con teleobiettivo spaziale per immortalare quel momento, giacchè era dal 79 d.C. che il vulcano campano non eruttava in maniera così copiosa. Si saranno sentiti parte della Storia. Stavolta però non si è trattato di un’eruzione ma di incendi (al plurale, perchè più d’uno). Per di più d’origine quasi certamente dolosa. E la mancanza di piogge, unita al vento, ha fatto sì che i fuochi si unissero in un unico grande rogo. Per giorni un’altissima colonna di fumo ha torreggiato sullo sfondo del Golfo di Napoli rendendo irrespirabile l’aria specialmente per i residenti nei comuni che sorgono sulle pendici e nei pressi del Parco del Vesuvio: Ercolano, Ottaviano, Terzigno, Boscotrecase, Torre del Greco, San Giuseppe Vesuviano, Trecase. In molti casi è stato necessario evacuare abitazioni e ristoranti in via precauzionale. Ma come detto, probabilmente non di fatalità s’è trattato. Quando le fiamme sono state finalmente domate si è scoperto che a bruciare, insieme alla vegetazione, c’erano anche rifiuti tossici. Tonnellate di materiale raccolto in cumuli in moltissime zone nel cuore della riserva protetta. Chi aveva scaricato lì quell’immondizia che evidentemente è poco conveniente smaltire per vie legali ed ecosostenibili aveva come minimo tutto l’interesse a che le fiamme non si fermassero e anzi cancellassero le tracce degli sversamenti. Gran parte di quel materiale erano scarti industriali di aziende tessili e di vernici, ma anche amianto, vecchi pneumatici, rimasugli di solventi, elettrodomestici. Non solo. Anche una volta finita l’emergenza, qualcuno ha continuato a scaricare rifiuti proibiti nel Parco. Nei gironi scorsi a Ercolano i carabinieri hanno scoperto due pregiudicati che avevano appena abbandonato dieci sacchi contenenti guaine impermeabilizzanti, mentre a Terzigno un uomo è stato colto in flagrante mentre scaricava dalla propria auto residui di materiali edili. Come a dire che il fuoco cancella tutto ma non l’illegalità.

di Valerio Di Marco

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