Il macabro duplice omicidio di Afragola

Giovani, ma freddi e spietati come killer navigati. Al punto di pianificare un duplice omicidio nei minimi dettagli e metterlo in atto con la naturalezza del gesto più quotidiano. Un omicidio da inquadrare nel contesto della lotta interna a un’organizzazione criminale dedita al contrabbando di sigarette nei quartieri a nord di Napoli. Uno dei due assassini all’epoca dei fatti, gennaio scorso, era minorenne, l’altro di anni ne ha 24 e si chiama Domenico D’Andò, figlio di Antonino, scissionista e probabile vittima di lupara bianca. Sono stati entrambi arrestati il 24 luglio. L’omicidio in questione è quello dei due pregiudicati Luigi Rusciano e Luigi Ferrara, i cui corpi furono ritrovati fatti a pezzi e sepolti nella campagna vicino ad Afragola, in località Contrada Ferrarese, nei pressi di una discarica. I due – 53 anni il primo, 43 il secondo – erano dediti al traffico illegale di sigarette ed erano in affari con i loro aguzzini. Solo che a un certo punto questi ultimi hanno deciso di prenderne il posto eliminandoli nel modo più netto. Ma senza farsi sopraffare dall’imperizia, anzi. Hanno attirato le vittime in un appartamento preso in affitto a Giugliano, dove le hanno sgozzate, e poi ne hanno caricato i corpi su un’automobile appositamente acquistata per trasportarli nel punto in cui li avrebbero interrati. Hanno scavato una buca profonda circa un metro e buttato dentro i due sacchi neri di plastica contenenti le spoglie. Ma il particolare più raccapricciante è che i due cadaveri erano tagliati a metà, all’altezza del bacino, così da renderne più agevole l’occultamento ai bordi di una stradina di campagna di difficile accesso, sotto un albero di mimose, in modo da nasconderne almeno in parte l’odore in fase di decomposizione. Evidentemente però col passare dei mesi i lezzi hanno preso il sopravvento e qualcuno ha segnalato la cosa. Nella ricostruzione degli avvenimenti da parte della scientifica, oltre alle intercettazioni successive all’accaduto, un ruolo primario l’hanno avuto anche le analisi delle tracce di sangue rinvenute sia nell’autovettura che nell’abitazione teatro della mattanza.

di Valerio De Marco

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