Russiagate, il genero di Trump ammette 4 incontri con i russi

Jared Kushner, consigliere e genero di Trump, in un documento rilasciato prima dell’audizione a porte chiuse con la commissione intelligence del Senato, ha dichiarato di avere avuto 4 incontri con rappresentanti russi. Il senior advisor ha però negato qualsiasi collusione o rapporto improprio.
Due di questi incontri, secondo le parole di Kushner, sarebbero avvenuti con l’ambasciatore russo Sergej Kislyak, appena richiamato a Mosca dal suo governo.

Sembra destinata a non conoscere fine la vicenda dei rapporti tra l’amministrazione Trump e il governo russo. I primi rumor avevano iniziato a circolare già a campagna presidenziale ancora in corso. Da allora le indiscrezioni sulla storia hanno continuato ad uscire a cadenza regolare. Eppure, anche se le nuvole sopra la presidenza Trump rimangono cupe, non è venuto fuori un coinvolgimento diretto del presidente.
Ad entrare nell”inchiesta sono però alcune tra le persone più vicine a Trump. L’8 luglio scorso il New York Times ha riportato di un incontro avvenuto prima delle elezioni tra il primogenito del presidente e Natalia Veselnitskaja, un avvocatessa vicina al governo russo. I due si sarebbero incontrati nella Trump Tower e all’incontro avrebbero partecipato anche Kushner e Paul Manafort, allora responsabile della campagna di Trump. Questo fa parte di uno dei quattro incontri ammessi da Kushner nel suo documento. L’avvocatessa sosteneva di avere informazioni compromettenti su Hillary Clinton.
Dopo aver saputo che il NYT avrebbe pubblicato delle mail relative all’incontro, lo stesso Donald Trump junior ha postato su Twitter la catena di mail tra lui e Rob Goldstone, un pubblicista britannico che avrebbe agito da intermediario. Goldstone scriveva di voler fornire alcuni “documenti e informazioni che avrebbero incriminato Hillary” e continua definendo l’informazione come “parte del supporto della Russia e del suo governo per Trump”.

Nel frattempo, un altro pezzo importante dell’amministrazione Trump vacilla e sembra destinato a cadere. Jeff Sessions il Procuratore Generale (Attorney General), corrispondente al Ministro della Giustizia statunitense, è finito sotto attacco da parte del suo stesso presidente. Trump, che lo ha definito un “tormentato”, si è detto molto deluso della decisione di Sessions di non partecipare all’indagine sul Russiagate. Come ex-membro della campagna presidenziale di Trump avrebbe avuto un chiaro conflitto di interesse.
Gli oppositori hanno criticato il presidente per aver confuso il ruolo di Procuratore Generale con quello di avvocato personale del presidente.
Trump per il momento non ha espresso l’intenzione di cacciarlo, ma ha aggiunto che se avesse conosciuto la sua intenzione di ricusare dall’indagine avrebbe scelto qualcun’altro e, riguardo il futuro di Sessions, ha concluso che solo “il tempo ci dirà cosa succederà”.
di Pierfrancesco Zinilli

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