Le donne possono morire due volte

Il femminicidio è la conseguenza della morte dell’anima. Una donna può morire due volte. La prima morte è psicologica, la seconda è quella fisica. In Italia avvengono undici stupri al giorno, sono più di un milione le donne colpite. La violenza sessuale è la morte psicologica di una donna. Si muore dentro. Lo stupro è un reato ripugnante e solo la minima parte affiora. Molte donne non denunciano, subiscono e restano in silenzio, sperando che il tempo rimargini la ferita nell’anima. Ciò non avverrà mai, chi è vittima di uno stupro muore dentro, all’istante, e il tempo e il silenzio non fanno altro che rendere quella morte meno visibile. Solo il sette per cento delle violenze è denunciato. Una goccia d’acqua in un mare sempre più grande. Ancora c’è difficoltà a denunciare questo tipo di reato. La paura e la vergogna spesso frenano le donne a denunciare. Incide molto il dubbio di essere credute, perché è un delitto per il quale è molto difficile che ci siano testimoni, avviene in un contesto di solitudine, dove c’è la vittima e l’aggressore. Incide ancora tanto anche la vergogna, e il fatto di dover affrontare un procedimento penale sconcerta. A volte c’è anche la paura di eventuali ritorsioni, sia da parte dell’autore del reato, sia del contesto sociale. Il fatto di parlare, di denunciare quello che è accaduto incute un certo timore rispetto alla reazione che ci potrà essere nell’ambiente circostante. Molte rimangono bloccate dalla paura. Molte donne temono di essere marchiate da questo atto e hanno paura di essere caratterizzate da esso piuttosto che dalle tante cose buone che hanno fatto nella loro vita. Spesso le violenze avvengono in famiglia, e questo è ancor di più un motivo per non denunciare quello che accade tra le mura domestiche. In tal modo la schiera di donne continua a subire violenza, a morire dentro. Gli stupri e le violenze aumentano.

Undici stupri al giorno, quattro mila all’anno, un milione di donne morte dentro per violenze anche non necessariamente fisiche. Extracomunitari o connazionali non ha importanza, chi commette uno stupro è sempre un uomo verso una donna. Questa è la verità. Uomini che sfogano i loro istinti nel più odioso e primordiale impulso, lo stupro. Le cifre servono solo a fare statistiche, quello che occorre invece è l’informazione, la cultura, fare in modo di inoculare nella società il virus del rispetto di genere. Le donne sono al pari se non superiori agli uomini, non oggetti di desiderio, di possesso, o peggio ancora prede.

Quello che preoccupa è che sta passando un messaggio d’impunità verso chi commette questo reato, come denuncia la presidente del “telefono rosa”, Maria Gabrielle Carnieri Moscatelli, sottolineando che le donne coinvolte sono sia italiane che straniere.

Un quadro preoccupante, in Italia le regioni sono tutte coinvolte. Il Lazio e Lombardia sono quelle con il più alto numero di reati per violenze sessuali.

La violenza psicologica riguarda quattro donne su dieci. Una realtà che, secondo chi studia il fenomeno, porta alla svalorizzazione, limitazione, controllo fisico, psicologico ed economico dell’uomo sulla donna. Questo causerebbe gravi danni al corretto sviluppo della loro personalità.

Come racconta Francesca che ha subito per sette anni, tanti sono stati quelli del suo matrimonio, le prevaricazioni del marito che l’hanno annientata psicologicamente: “i suoi silenzi erano peggiori delle urla, parlare ad un muro era la stessa cosa, i suoi sguardi accompagnati alle gesta minacciose hanno reso fragile la mia personalità fino ad annullarla. Sette anni in cui ho provato in ogni modo a esistere fino a quando ho deciso per la separazione. In quel momento la sua prevaricazione è aumentata, la violenza psicologica che ho subito, mi ha distrutto dentro, resa arida, insensibile a qualsiasi sentimento, e sono stata fortunata a non subire aggressioni fisiche che ho rischiato ed evitato solo perché fuggivo in bagno chiudendomi dentro fino a che non ero sicura di uscire. Chi non le vive queste situazioni non può capire. Gli uomini non si mostrano mai per come sono, capisci solo dopo di essere capitata in mano ad un’altra persona da cui è difficile staccarsi. La separazione e il divorzio sono sofferenze, per una donna è il fallimento, anche se non voluto, di un qualcosa che ha cercato di costruire. Purtroppo sciogliere questi legami è, se non c’è una comune volontà, complicato e difficoltoso per le lungaggini giudiziarie. Speri di riprenderti la tua vita e di viverla pienamente, invece per anni si va avanti tra avvocati e carte bollate spesso per fare dispetto e prevaricare ancora sul più debole con lo scopo di annientarlo definitivamente. Io ne sono uscita, dopo anni ho tagliato il legame che avevo con lui, ma scopro che non riesco ad assaporare la mia libertà, non riesco a sentirmi felice, la sua violenza psicologica ha talmente compromesso la mia personalità, che temo ci vorrà tempo prima che possa essere di nuovo sensibile ai sentimenti”.

Lo stupro, le violenze e le molestie sono reati di cui preoccuparsi e devono indurre a interventi più efficaci in termini legislativi, giudiziari e culturali. La scuola ha un ruolo fondamentale, così come i mezzi d’informazione. Le leggi e le pene devono essere un deterrente. Chi provoca la morte dell’anima di una donna è colpevole quanto chi ne provoca la morte fisica.

Le donne possono morire due volte.

di Maria De Laurentiis

 

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