Università, tasse raddoppiate negli ultimi dieci anni

Si è chiusa da poco la prima ondata di immatricolazioni e tasse nelle università della nostra penisola. Migliaia di famiglie italiane sono state chiamate ad uno sforzo economico che ogni anno è sempre più difficile. I dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, infatti, vedono un aumento del 14% in media per ogni studente. Un rincaro non sempre accompagnato a servizi migliori e a didattica di qualità. Per capire meglio di cosa stiamo parlando e per entrare più a contatto con dati e numeri abbiamo chiesto a Silvia Cannizzo, del sindacato studentesco UDU Sapienza, di rispondere ad alcune domande.

Quanto è cresciuta la pressione fiscale delle tasse nell’ultimo decennio?

Negli ultimi 10 anni le tasse universitarie sono aumentate del 61%, che corrisponde a un rincaro di 500€ circa nelle tasche di studenti e famiglie. Se infatti nell’a.a. 2005/2006 in media si spendevano 775€ a studente, nell’a.a. 2015/2016 si è arrivati a spendere 1.250€ di spesa media per ogni universitario. Siamo nei primi Paesi in Europa con la tassazione più alta all’interno delle università.

Come vi spiegate questo aumento?

L’aumento è presto chiarito: a causa dei tagli all’FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) alle università, gli atenei, per far fronte alle spese e permettere la sopravvivenza dei servizi universitari, che comunque hanno subito un notevolissimo ridimensionamento, hanno deciso di recuperare i soldi direttamente dalle tasche degli studenti.

Quali sono gli atenei che hanno registrato l’aumento più sensibile?

Al sud si è avuto un aumento impressionante delle tasse, pari al 90%, contro il 56% al centro e il 43% al nord. Ma non bisogna lasciarsi ingannare troppo da questo dato, perché al centro-nord le tasse universitarie sono sempre state più alte rispetto che al sud. Basti pensare che la tassa media per ogni studente universitario oggi al nord tocca il picco di 1.500€.

Esiste un modo per invertire questa rotta?

Come UDU Sapienza crediamo che l’università non possa ridursi ad essere un privilegio di pochi, ma luogo di formazione per tutti coloro che vogliono proseguire i propri studi. Le Università devono essere finanziate adeguatamente in modo da potersi rendere autonome dalla tassazione studentesca. Le scuole e le università sono in rosso e ormai da troppi anni. Abbiamo in Europa il minor numero di laureati e solo il 64% di questi trovano lavoro dopo gli studi universitari. Crediamo che il nostro Paese debba al più presto rimettere al centro il proprio sistema d’istruzione per ripartire e per questo scenderemo in piazza il 17 novembre!

di Lamberto Rinaldi

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