Trattativa Stato-mafia: atto finale

Dopo tre anni e mezzo, le deposizioni di una trentina di pentiti e di circa 250 testi, siamo all’atto finale del processo Trattativa Stato-mafia. Il presidente della Corte d’assise di Palermo, Alfredo Montalto, dichiarerà chiuso il dibattimento e venerdì il pool inizierà la requisitoria ricostruendo dall’inizio la tesi delle accuse sviluppate in 202 udienze. La sentenza sulla trattativa Stato-mafia è attesa per la prossima primavera. Per i prossimi mesi, ci sarà battaglia mediatica tra giustizialisti, così vengono definiti i cercatori di verità scomode, e garantisti, così vengono definiti, non tutti, coloro che vogliono coprire o insabbiare verità scomode.

In pratica si vuole rendere eterna la profezia di Sciascia che è difficile se non impossibile processare lo Stato. Ma il ruolo dello Stato, dei servizi segreti,di leader di partiti o capi di governo, è stato raccontato dal boss in carcere Giuseppe Graviano. Grazie alle intercettazioni sappiamo del ruolo di ognumo di questi pezzi dello Stato, nella strategia delle stragi del ‘92-’93. Così come conosciamo le le manovre del Quirinale per fermare le inchieste del pool di Palermo. O le minacce sempre più reali contro Nino Di Matteo, fatte trapelare da Totò Riina dal carcere dove era rinchiuso fino alla sua morte. Sappiamo anche che Piero Grasso, attuale presidente del Senato, ora anche leader di “ Liberi e Uguali “, ma all’epoca dei fatti a capo della Dna, rifiutò di avocare a sè il fascicolo della inchiesta, lasciandola al pool. Ricordiamo anche l’agenda di Carlo Azeglio Ciampi sui rischi di un golpe nella notte delle bombe nel luglio ‘93. Le dichiarazioni dell’ex ambasciatore Francesco Paolo Fulci e le telefonate della Falange Armata partite da luofhi coincidenti con le sedi periferiche del Sismi (servizi segreti non deviati). Poi il generale Mori e il capitano Subranni.

Insomma ce ne di tutti i livelli Istituzionali in questa vicenda che dopo trenta anni ancora sa di mistero e segreto. Un processo che vede mafiosi, politici, ufficiali dei carabinieri, accusati di aver tramato contro la sicurezza dello Stato. Siamo alla fase finale, molti protagonisti della vicenda sono scomparsi, sia uomini di Stato sia boss eccelenti del calibro di Provenzanl e Riina, ma il pool ha le idee chiare e dei riscontri oggettivi che lasciano poco spazio ai dubbi, ma quanto intercettato in cella a Giuseppe Graviano che chiama in causa il leader di Forza Italia, indicandolo come mandante delle stragi, ipotesi investigativa su cui esplora la Procura di Firenze. Non sarà facile, ma la verità ha un prezzo, quel prezzo è stato pagato con il sangue dei giusti che ora chiedono giustizia ad uno Stato che in parte li ha traditi, per questo rivendichiamo il diritto di sapere affinche non accada quanto è successo negli ultimi trenta anni.

di Claudio Caldarelli

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