Sorella Eugenia Bonetti contro la tratta delle schiave

“Chi è il mio prossimo? Oggi ha il volto di tante sorelle vittime di tratta, schiavizzate dai nostri egoismi e dal mercato del sesso, che anima silente e crudele le strade delle nostre opulente città.” Suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, presidente dell’associazione “Slaves No More” impegnata nell’accoglienza delle migranti contro la tratta delle schiave, donne, per lo più bambine nigeriane che vengono costrette a prostituirsi. Solo nel 2016 sono arrivate via mare 11.000 donne nigeriane, vittime di tratta e destinate allo sfruttamento sessuale. Racconta sorella Eugenia di cosa si nasconde dietro questo traffico, spiga le dinamiche di come queste giovani rispondono al commercio di sesso a pagamento costrette da una grande povertà, mancanza di educazione e di opportunità di lavoro. Ci dice anche che la maggioranza dei clienti, “consumatori finali” sono cattolici, praticanti e battezzati. Una vergogna etica e morale e soprattutto spirituale. Purtroppo, prosegue suor Eugenia, dobbiamo constatare, con vergogna, che nel 2017 esiste ancora una terribile disuguaglianza tra uomo e donna, tra i paesi ricchi e paesi poveri. Infatti, il volto della povertà, emarginazione, discriminazione e sfruttamento nel mondo, oggi è assunto dalle donne. Esse rappresentano l’80% di quanti vivono in condizioni di assoluta povertà e circa i due terzi degli 850 milioni di analfabeti presenti nel mondo. Più della metà delle persone colpite dal virus dell’ HIV sono donne tra i 15-24 anni, in maggioranza da paesi in via di sviluppo. Sorella Bonetti da sempre impegnata sul fronte dell’accoglienza e al fianco delle donne più povere, esprime tutto il suo sdegno contro le società dei consumi che impoveriscono intere popolazioni e lasciano le donne in condizioni di schiavitù. È la donna che in molti paesi deve pensare al sostentamento della famiglia, che soffre a causa della carestia e della scarsità d’acqua, delle guerre, delle lotte tribali, è lei, la donna che soffre per la mancanza di medicine, per il contagio delle epidemie, che non può andare a scuola ed è esclusa da compiti di responsabilità. È lei, la donna, ci dice ancora suor Eugenia, che subisce atti di violenza domestica, in gran parte sessuali, ed è ancora lei che spesso è costretta a vendere il suo corpo, l’unica risorsa che possiede, per essere usato come oggetto di piacere e fonte di guadagno per altri. Ingannate, schiavizzate e gettate sui nostri marciapiedi o in locali notturni, le “prostitute” sono l’ennesimo esempio della ingiusta discriminazione imposta alle donne dalla nostra società. “Signore, fino a quando dobbiamo tollerare tanta ingiustizia e tanta ipocrisia? Chi non ricorda in questi giorni la triste storia delle 26 donne nigeriane, tutte giovanissime, tra 14 e 16 anni, tra cui una incinta, partite dalla Nigeria con tanta speranza, in cerca di un futuro migliore in Europa, ma che purtroppo hanno trovato la morte inghiottite dalle onde. Una delle tante tragedie di cui purtroppo ci stiamo abituando, perchè passano sui nostri schermi televisivi mentre, subito dopo si passa alla corruzione e alle beghe, a volte assai arroganti e volgari dei nostri politici in campagna elettorale. Che squallore le loro proposte e promesse per guadagnare voti a dispetto di un’etica morale, sociale e umana che dovrebbe essere basata sulla dignità e rispetto della persona…”

Un dottore della legge, volendo giustificarsi, disse a Gesù: Chi è il mio prossimo? Gesù rispose: Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. ( Lc. 10, 29-37 ) Se Gesù volesse attualizzare questa parabola, oggi, forse potrebbe iniziare così: Una giovane donna nigeriana si mise in viaggio verso l’Italia….

di Claudio Caldarelli

 

Print Friendly, PDF & Email