Un mondo in cui le donne dovrebbero contare di più

Dovrebbe levarsi un vento nuovo, per sfiorare i capelli delle donne, per asciugare le lacrime di quelle picchiate, abusate, molestate, licenziate. Dovrebbe levarsi un vento di tempesta, per risvegliare coscienze rassegnate, spente, per spingere le donne a prendersi per mano, nel mondo, per chiedere, là dove occorre, rispetto, aiuto, leggi a tutela.

Troppe sono le donne che nel mondo sono uccise o molestate, troppo spesso leggi incomprensibili tolgono loro la libertà di scelta, in amore e sesso, sul lavoro, nell’apprendimento, negli spostamenti. Spose bambine, spose già destinate per interessi familiari, senza possibilità di accesso allo studio, educate a sentirsi sbagliate se non si vestono in modo da offuscarne la bellezza o la possibilità di attrarre, uccise per malintesi sensi dell’onore, costrette a firmare all’atto dell’assunzione lettere di licenziamento nel caso in cui restino incinte. E si potrebbe continuare …

Eppure di queste difficoltà non si parla mai abbastanza nelle nostre isole quasi felici, perché qualche passo avanti si è fatto, pur colpevolizzando le donne per l’incapacità degli uomini di adattarsi ad un universo femminile cambiato. E’ colpa delle donne, infatti, anche il senso di frustrazione degli uomini che non sanno accettare di avere accanto donne che possono non amarli, che non dipendono da loro, che escono da sole, che sanno essere sufficienti a loro stesse, che guidano e sanno farlo.

Uomini che confondono la parità dei sessi con la possibilità di liberarsi del corteggiamento, con la libertà di essere scortesi e senza incanto, che non comprendono che ci si può lamentare di chi molesta, sapendo distinguere, perché sappiamo farlo, chi semplicemente dimostra interesse. Per l’ennesima volta non si comprende che la molestia è un male oscuro, fatto a volte di sottili o espliciti ricatti, che niente ha a che fare con un tentativo maldestro di approccio, perché non si sono ben compresi i segnali lanciati dall’altra parte.

Potrebbero sembrare troppe sottolineature, se si vive in un’isola di civiltà, ma nel mondo sono tutte situazioni molto presenti, in scale differenti e spesso ritenute immodificabili, per educazione e tradizione, dalle stesse donne.

Pensate che sono talmente radicate alcune convinzioni che, scelte come quella dell’infibulazione, sono ritenute assolutamente legittime e necessarie, se non addirittura “purificatrici”. E le bambine subiscono una terribile tortura, che serve a togliere loro la possibilità di provare alcunché, se non dolore, nel rapporto sessuale. Una follia assoluta. In Africa ogni anno si aggiungono circa tre milioni di nuovi casi alle decine di milioni già esistenti. MILIONI.

E solo per capire quanto indietro sia ancora questo mondo, pensate alla scelta degli aborti selettivi in ogni continente, selettivi ovviamente contro le figlie femmine. Bambine non nate perché si preferisce avere un figlio maschio. Il record in questo caso lo detengono Cina, Azerbaigian e Armenia, ma il fenomeno è diffuso senza distinzione.

Il nostro è un mondo in cui non sono concessi gli stessi spazi, modi, comportamenti, libertà alla parte femminile. A quando il cambiamento?

di Patrizia Vindigni

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