La liquefazione delle promesse

Ogni tanto do un’occhiata alle dichiarazioni di Papa Francesco o ai tweet di Pontifex, per osservare come procede l’opera di restaurazione della Chiesa intrapresa da questo intraprendente pontefice. Periodicamente Bergoglio non manca di sottolineare l’importanza della lotta alla pedofilia e dell’affrancamento della Chiesa dai valori terreni e dal denaro ribadendo che la Chiesa può ritenersi libera solo se svincolata da potere e denaro. Parole forti, parole dure.

Intanto a Napoli il Cardinale Sepe annuncia ai fedeli l’ennesima liquefazione del sangue di San Gennaro. È questo un miracolo che non smette di lasciare esterrefatti, non tanto il fatto che il sangue (o presunto tale) si sciolga, quanto che il Cardinale Sepe sia ancora lì a officiare.

Per chi non ricorda, questo nome è legato a entrambe le tematiche tanto care al Papa: denaro e pedofilia.

Sepe infatti è stato accusato di coprire preti pedofili in una missiva inviata direttamente a Bergoglio, da una presunta vittima di molestie e abusi sessuali, che accusa il cardinale Sepe di gravi negligenze appellandosi direttamente alla lettera “Come una madre amorevole” scritta da Papa Francesco in persona e che prevede la rimozione dei vescovi colpevoli di negligenze nei casi di abusi sessuali in seno alla diocesi.

L’inchiesta è partita, infatti, sotto la promessa del Pontefice in persona di far chiarezza.

Morale della favola? La vittima è stata trattata da carnefice, torchiata dalle autorità ecclesiastiche con interrogatori serrati e sfiancanti, il Papa è ancora lì che aspetta gli esiti e Sepe continua a rappresentare Dio di fronte a tutti i fedeli. L’uomo, tra l’altro, ha perso il lavoro, soffre di turbe psichiche e si è trovato totalmente solo e abbandonato, trattato esattamente come farebbe una madre amorevole col figlio che le chiede aiuto.

Questo, per quanto riguarda la pedofilia, ma il vecchio cardinale non si è fatto mancare nulla nemmeno in ambito di denaro e potere. Se qualcuno ricorda il nome del costruttore Diego Anemone e delle lunghe inchieste che lo hanno riguardato, riportate dagli organi d’informazione, ricorderà anche che lo stesso era legato all’Istituzione religiosa Propaganda Fide che faceva capo proprio a Sepe e che è una delle appendici più ricche e potenti della Chiesa, quella che smista – tra l’altro – i fondi alle opere missionarie. Sepe fu indagato per corruzione e più volte i beni immobiliari della Chiesa risultarono al centro di dubbie trattative condotte dallo stesso Anemone, in un’inchiesta poi archiviata nel 2012. Sempre durante la sua reggenza, la curia di Napoli ha pagato per mesi dei dipendenti in nero, eludendo il fisco oltre a non pagare contributi a persone regolarmente stipendiate da loro. La Curia gestisce soldi derivanti da Fondi, elemosine, donazioni – tutto esentasse, tutto non tracciato – e al momento di retribuire chi lavora per loro, utilizza questa liquidità senza però farla passare dalle maglie del fisco.

Quel Cardinale Sepe, è ancora lì. E non è certo l’unico caso simile.

Le cose son due, mi si perdoni la franchezza: o il Papa ci prende in giro e prende in giro se stesso, oppure non è lui che comanda.

Tertium non datur.

di Marco Camillieri

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