Per Nadia, per Caterina

Leggete questo tema, leggetelo e toccate con mano i sogni di una piccola bimba innocente.
Per tutti quelli che pensano che “le mafie non uccidono donne e bambini” o che “le mafie hanno codici d’onore”.
Questo tema venne scritto da Nadia Nencioni, esattamente due giorni prima di perdere la vita, insieme ai genitori Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (36 anni), con la sorella Caterina Nencioni (la più piccola vittima di mafia, appena 50 giorni di vita).
Nadia, a scuola, aveva scritto il tema sul tramonto, aveva mille sogni, come tutti i suoi coetanei.
La sorellina Caterina non fece in tempo a rendersi conto cosa fosse la vita, quando alcuni mostri autoproclamatisi “boss” le tolsero gli occhi per vedere.
Perché? Che colpa avevano quelle due bambine, i loro genitori, o lo studente Dario Capolicchio (22 anni)?
Solo quella, direbbe qualcuno, di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato.
Ed invece no.
Nel posto sbagliato al momento sbagliato si trovano sempre i mafiosi.
Gli stessi che organizzarono la strage dei Georgofili la notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, con l’esplosione di un’autobomba in via dei Georgofili a Firenze, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi.
Ecco perché è importante parlare e denunciare le mafie.
Eppure lo vorrei dire chiaramente, chi fa affari con le mafie, chi compra i voti dalle mafie, i colletti bianchi che reinvestono i soldi delle mafie, hanno le stesse mani insanguinate di chi uccide.
Il nostro silenzio, se rimarremo in silenzio, ucciderà nuovamente Nadia, Caterina, i loro genitori e tutte le vittime di mafia.
Invece bisogna urlare ad iniziare dalla richiesta di verità.
Perché questo Paese non può essere il Paese dei politici corrotti, degli imprenditori che non denunciano. Deve essere il Paese dei cittadini che ricordano per evitare che quello che è accaduto possa accadere nuovamente.
Riposare in pace, piccole bimbe.

Paolo Borrometi

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