Gioco crudele: i bulli nei Social networks

I ragazzi lo definiscono uno scherzo, ma altro non è che un modo di bullizzare per gioco. Un gruppo di amici fanno a gara per riuscire ad avvicinare una ragazza, considerata poco avvenente o meglio brutta, con lo scopo di farle credere di essere interessati a lei, conquistarla e magari portarla a letto per poi umiliarla dicendole che si trattava di uno scherzo.

Una nuova moda? “Nessuna nuova moda”. È una pratica che oggi viene lanciata erroneamente come tale. Una ragazza viene sedotta e umiliata da un amico, o da un suo coetaneo che ha conosciuto. Vengono prese di mira le ragazze più brutte o in sovrappeso come se solo per questo meritassero di essere maltrattate o umiliate.

Lo considerano un gioco, ma si tratta di prevaricazione, di violazione, perché si approfitta dei sentimenti, dell’ingenuità, della sensibilità di un’altra persona. Raggiunto lo scopo del gioco ci si sente ancora più forti davanti al proprio gruppo di amici complici, si rinforza il proprio ruolo, si ha la sensazione di essere riusciti a dominare l’altra persona e di averle fatto fare tutto ciò che ci si era preposti di farle fare, considerandola un oggetto di divertimento, un gioco per ridere, prendendosi gioco di un’altra persona senza un briciolo di comprensione, di empatia.

Nell’assenza totale di educazione alla affettività la persona presa di mira per questi ragazzi è come se non avesse emozioni e sentimenti, ma diventi un oggetto di cui poter fare quello che si vuole. Viene valutata solamente per il proprio aspetto estetico, come se tutto il resto perdesse di valore. Venire umiliati in quel modo, sia da un punto di vista psicologico che fisico, significa essere distrutti moralmente. È un gioco crudele dove il gruppo rinforza questi specifici comportamenti. Il riconoscimento da parte degli altri, l’approvazione dei coetanei è fondamentale soprattutto in adolescenza e nella giovinezza.

Chi ha bisogno di sentirsi forte davanti ad un gruppo, dietro uno schermo, con una persona psicologicamente più fragile e che non può difendersi, sta mostrando le proprie fragilità, l’assenza di senso morale. Sono vittime anche loro, ma di un fallimento educativo: non ragionano sulle conseguenze delle loro azioni.

A volte tutto questo viene anche documentato e diffuso attraverso le chat e l’umiliazione viene moltiplicata per il numero di condivisioni, di commenti e di offese. Ci si accorge di essere caduti nella rete dei bulli. È assurdo, ma piace rendere virale ciò che non sarebbe proprio il caso di mostrare, rischiando di contribuire a lanciare nuove mode tra i ragazzi. Si tratta di cyberbullismo che è noto purtroppo già da numerosi anni. Ultimamente agli spazi reali si sono aggiunti quelli virtuali, sfuggenti, insinuanti, difficili da intercettare e controllare. Nel momento in cui si vorrebbe dimenticare, si vorrebbe voltare pagina, si diventa lo zimbello di turno e ogni volta quelle risatine, quei messaggi, quelle prese in giro fanno male come la delusione iniziale.

C’è quindi una sopraffazione intenzionale, c’è una vittima, ci sono i social e le chat e c’è un meccanismo che distrugge una persona, che intacca profondamente la sua autostima e la sicurezza in sé. Pesa anche la pressione sociale. La “bellezza”, purtroppo, è considerata un valore. Se si rispecchiano i canoni estetici si è socialmente accettate, altrimenti si rischia di diventare bersaglio di derisioni e sopraffazioni dei compagni. Per questo motivo si ritoccano le foto prima di pubblicarle, si cerca sempre di apparire perfette e di omologarsi a quei canoni di sicurezza e si tende a considerare “diversi” coloro che non rispecchiano queste tendenze. Quando si è vittima di queste forme di bullismo si arriva a darsi una colpa, ad odiare il proprio corpo e il proprio aspetto estetico, ci si accusa di essere stupide e credulone per essere cadute nella trappola dei cyberbulli.

Tutto questo ha delle conseguenze importanti sul piano psicologico: ci sono ragazze che diventano anoressiche, altre che sono arrivate ad autolesionarsi, attaccando quel corpo individuato come causa di tutti i loro problemi, altre ancora che si chiudono a riccio nella propria sofferenza, condizionando profondamente anche le relazioni future.

Bisogna fare molta attenzione quindi prima di definire gioco ciò che fa del male ad una persona.

di Maria De Laurentiis

Print Friendly, PDF & Email