Lapadat Cerasela, bimba rom di 15 mesi, gli hanno sparato

Lapadat Cerasela, una bambina meravigliosa di 15 mesi, è stata colpita da un proiettile sparato da una pistola ad aria compressa, mentre era in braccio alla madre, sulla via Palmiro Togliatti a Roma, era il 17 luglio.

È grave Cerasela, è ricoverata all’ospedale pediatrico Bambin Gesù. È stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per estrarre il proiettile dalla schiena. Ha rischiato di rimanere paralizzata, ora è in terapia intensiva.

Il Presidente della Republica Sergio Mattarella ha espresso indignazione per il ferimento di Cerasela “ L’Italia non può assomigliare al Far West, dove un tale compra un fucile e spara dal balcone colpendo una bambina di un anno, rovinandone la salute e il futuro. Questa è barbarie e deve suscitare indignazione”. Cerasela era in braccio alla madre che la teneva stretta a se, menre camminavano sulla Palmiro Togliatti. Erano da poco usciti dal campo rom di via Salone dove abitano.

La piccola Cerasela indossava un vestitino rosa, con una cuffietta bianca sui pochi capelli e poggiava la testa sulla spalla della madre. Era ancora semiaddormentata, un pò come tutte le mattine, quando i genitori la svegliano per portarla con loro a cercare di che vivere. Una vita di stenti e di umiliazioni, spesso di offese e violenze. I Rom non vengono accolti nella Roma eterna, città dei papi. Ad un tratto la mamma si vede un rivolo di sangue che gli scende dalla schiena e non si rende conto dell’accaduto. Quando vede che la situazione è grave chiamano i soccorsi e vengono portati al Sandro Pertini e poi traferiti al Bambin Gesù.Un italiano, tra i 45 e 50 anni è indagato per lesioni gravi in relazione al ferimento di Cerasela, la piccola rom di 15 mesi. L’uomo ora indagato è stato fermato dai carabinieri. Il colpo sarebbe stato esploso dal terrazzino dell’abitazione dove è stata trovata anche una carabina sempre ad aria compressa.

L’uomo,si è difeso dicendo che il colpo è partito inavvertitamente dalla pistola e che non aveva intenzione di ferire qualcuno. Intanto la piccola Cerasela è ricoverata in terapia intensiva senza nessuna colpa. Forse l’unica sua colpa è quella di essere rom o di abitare nel campo di Salone, uno dei luoghi di emarginazione e disagio della capitale. Ceeasela tornerà a giocare, sotto il sole, tra le baracche di via Salone. Tornerà a correre tra i rifiuti e le immondizie. Tornerà a sorridere, a tendere le mani e abbracciare sua madre. La sua vita sarà la vita di tutti i rom che vengono emarginati, non accolti, scacciati. Gli rimarrà una cicatrice sulla schiena, un segno indelebile della follia di questa società che diviene sempre più disumana. Un segno indelebile che la costringerà ad aver paura ogni volta che passa sotto un balcone. Si l’Italia è un Far West.

di Claudio Caldarelli

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