L’ennesima aggressione, uova addosso all’atleta Daisy Osakue

Avevamo raccontato, qualche numero fa, la storia di Najla Aqdeir, stella nascente dell’atletica azzurra, specialità corsa ad ostacoli, pronta a superare anche quello di una nazione che non gli concede la cittadinanza. Oggi, usando sempre la metafora dello sport, raccontiamo di Daisy Osakue, atleta italiana di origini nigeriani aggredita nella notte tra 29 e 30 luglio da un gruppo di ragazzi, mentre tornava a casa a Moncalieri, Piemonte.

Daisy è nata a Torino, classe 1996, da genitori nigeriani. Il suo sport è lancio del peso. 15 metri, 60 per il disco, 45 per il martello. Ad aprile ha portato il suo record personale a 59.72m, mentre gareggiava all’Angelo State University del Texas, dove sta continuando i suoi studi, facendo registrare il nuovo record italiano Under23 e la quarta migliore prestazione di sempre per le discobole italiane. Daisy è un’eccellenza. Lancia pesi, ma non è riuscita ad evitare il peso dell’ignoranza e dell’odio.

Secondo quanto ricostruiti dalle Forze dell’Ordine, la ragazza è stata colpita in pieno volto da un uovo lanciato da un’auto in corsa. Portata all’Oftalmico di Torino, le è stata riscontrata una abrasione alla cornea e dovrà essere operata per rimuovere un frammento di guscio d’uovo. Tra pochi giorni dovrebbe partecipare agli Europei di atletica in programma a Berlino.

Per i carabinieri non c’è aggravante razzista perchè il gesto non è stato accompagnato da insulti. “Ma in quel momento c’ero solo io – spiega Daisy – Io penso che nessuno a mezzanotte vada in giro con un uovo in mano. Ho visto l’auto che accelerava verso di me e quando mi è stata allineata sono stata colpita”.

La zona in cui si è verificata l’aggressione è frequentata da prostitute di colore. L’auto che ha colpito Daisy aveva un identikit chiaro da colpire: una donna nera. Una ronda razzista, pronta a fare vittime, a insultare e ad offendere, che rappresenta l’ennesimo episodio in un panorama sempre più critico, di spirali di violenza incontrastata. Ad Aprilia è morto il marocchino creduto un ladro e linciato dalla folla, a Roma si è salvata la bambina rom colpita per provare una pistola a piombini. A Moncalieri Daisy è finita all’ospedale: “A me non piace usare la carta del razzismo, ma credo che questa volta è così. L’hanno fatto apposta. Non volevano colpire me come Daisy, volevano colpire me come ragazza di colore. Mi era già capitato di essere vittima di episodi di razzismo, ma solo verbali. Quando però si passa all’azione, significa che si è superato un altro muro”.

Un muro che è stato oltrepassato proprio adesso. Quando i Ministri Salvini e Di Maio parlano di razzismo come “invenzione della sinistra” e di “allarme inesistente”. Daisy è stata l’ennesima vittima ma a Berlino ci andrà e porterà in alto i colori dell’Italia: “Qualche giorno di riposo, qualche goccia e dovrei star bene”

di Lamberto Rinaldi

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