Carrozzella romana

Passa la carrozzella, simbolo di nobiltà ed eleganza di una Roma perduta. Lo scalpitio degli zoccolí di cavallo tra le vie di lamiera della citta‘, ancora si sente, ancora non si è perduto, nonostante il rumore caotico del trafico
Le carrozzelle hanno il loro fascino, che va oltre il semplice fatto di trasportare romanticamente le coppiette. Vetturini, cavalli e carrozze si fondono armoniosamente, nella comice della città, dove le antiche vestigia fanno da fondale al più bel palcoscenico del mondo. Nel secolo passato era la regina del trasporto. Non c’era vicolo di Roma che non era attraversato continuamente dalle botticelle. Già, i romani, bonariamente, le chiamano anche cosi. Il rumore degli zoccoli e delle dure ruote, riempiva le strade e i vicoli di una città aggrappata alle tradizioni e lentamente protesa al rinnovamento. I taxi oggi le sostituiscono, ma il progresso si paga, l’inquinamento a volte le fa rimpiangere. I cavalli potevano al massimo inquinare con “composti” biodegradabili, certamente maleodoranti, ma vuoi mettere, non si moriva per aver respirato “puzza di cavallo”. Si può morire invece respirando le nocive polveri sottili. Povero cavallo, frustato, sempre in piedi per ore, sotto il sole d’estate e al freddo d’inverno. Vetturini e cavalli, un binomio che nel cinema significa Alberto Sordi e Nestore. Sordi che interpreta la parte di Gaetano, un anziano vetturino destinato all’ospizio e Nestore il suo cavallo, ma destinato al mattatoio. Una storia di un legame affettivo così forte, tra il vetturino e il suo cavallo, sciolto solo dalla vecchiaia. Il ricordo di Alberto Sordi è sempre nel cuore di tutti noi.
Ma Nestore? Che fine avrà fatto? Avrà fatto  il pensionato, o avrà visto il mattatoio? Nestore ha fatto il pensionato fino alla morte. Il suo proprietario è stato Walter Serata, un capostazione, un ferroviere, niente a che fare con i vetturini, solo una grande passione per i cavalli. Walter, quando età in vita, organizzava e partecipava a svariate transumanze, non si perdeva una fiera che avesse il cavallo come protagonista. Nelle feste del suo paese, Sacrofano, i suoi cavalli hanno vinto anche qualche palio. Sono andato a trovarlo nell’ agriturismo, il Pallino 2 che gestisce con altri soci a Sacrofano, per fargli alcune domande.
Walter Nestore gia lo conosceva perché allevato da un suo amico, Marco Stefanelli, il cui papà ha sempre vissuto nell’ambiente del cinema usando i suoi cavalli per girare film. I loro cavalli hanno “recitato” nei film western di Sergio Leone, nel film il Gladiatore con Russell Crowe, fino all’ultimo, Napoleone. Walter seguiva questo cavallo dalla sua nascita. Quando girava con Alberto Sordi, aveva sette anni. Lo accompagnava anche sul set, così ha avuto modo di conoscere personalmente anche il grande Albertone. Una curiosità, Nestore nel film con Sordi aveva anche una controfigura, un cavallo più vecchio, quindi più docile, che si usava per girare scene particolari con piu‘ tranquillità. Il proprietario, poi ha mantenuto la sua promessa, quello di venderglielo. Però a lui lo ha sempre prestato, per fare pubblicità o altri film, tra cui SPQR con Boldi e De Sica.
Nestore aveva un carattere buono, un cavallo che voleva la sua tranquillità. Nestore non amava essere cavalcato bruscamente, o la corsa sfrenata, in pratica, amava essere scambiato per una “motocicletta”. Così diventa va nervoso e poteva disarcionare. Nestore poteva fare tredici o quattordici ore di camminate, con il suo passo, ogni tanto trotterellando, ogni tanto galoppando, ma sempre con la sua calma. Sembrava quasi che la esigesse.
Una curiosità di lui, una volta rimase impigliato ad un filo spinato, solitamente un cavallo tende a strappare ferendosi. Lui no, rimase li immobile, aspettando il suo padrone per farsi liberare. Era un cavallo intelligente, molto intelligente.
Nestore è morto da pensionato, alla veneranda età di 25 anni, insomma è morto di vecchiaia.
Le carrozzelle a Roma hanno ancora il loro fascino e molti pensano che fino a che esisterà Roma esisteranno le carrozzelle. Il vetturino è un mestiere che si tramanda da padre in figlio, una tradizione, che forse oggi non renderà piu‘ come prima. Ma il centro di Roma ancora è percorso da tante carrozzelle e questo significa che sono parte di questa città.
Passa una carrozzella, il cavallo lentamente con passo cadenzato trotterella, conosce a memoria il suo percorso. Il vetturino si trasforma in Cicerone per i turisti a bordo. La citta‘ per un momento diventa il loro palcoscenico. Basta poco, basta ‘na carrozzella per rivivere il ricordo di una Roma sparita.
di Fabio Scatolini
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