Desirée è stata uccisa dal branco non dalla droga

Desirée, la piccola Desirée, aveva solo 16 anni, il viso da bambina e gli occhi senza colpa. È stata barbaramente stuprata e uccisa da quattro animali affamati di sesso e sangue. Desirée Mariottini è stata uccisa dai suoi aguzzini la notte tra il 18 e 19 ottobre in un palazzo abbandonato nel quartiere di San Lorenzo. Il quartiere delle bombardato dai tedeschi, il quartiere di “mamma Roma”, il quartiere dell’università e degli studenti.

Abusata sessualmente, drogata, picchiata e lasciata morire tra cartoni umidi, stracci sporchi e tanta immondizia. Aveva solo 16 anni la piccola Desirée, il viso da bambina e gli occhi innocenti. “ Ci sono frasi, insinuazioni, ricostruzioni che fanno male ai morti e fanno male ai vivi. Fanno male ai morti perchè sono ingiuste e male ai vivi perchè sono false. Desirèe Mariottini non è morta perchè era drogata e trascurata dalla famiglia, ma perchè qualcuno l’ha stuprata e poi uccisa. O forse, secondo la versione più gentile, perchè lasciata morire, dopo aver provato a rianimarla con un pò di acqua e zucchero, come se avesse avuto un calo di pressione sotto al sole di agosto. Chi scomoda la droga  e il presunto allarme sociale…chi come Mughini a Domenica in afferma: si drogava, era nata e cresciuta in un reame di droga, dove non puoi trovare carmelitani scalzi. Era predestinata perchè con una vita così e una famiglia così difficilmente avrebbe potuto fare una fine diversa. Oppure chimcome Gad Lerner sottolinea che era dipendente da eroina, figlia di spacciatore italiano e madre quindicenne, sta inquinando una verità ben più limpida.

Desirèe, dalla droga sarebbe potuta uscire. È da quello stabile che non è stata lasciata uscire. Non era una predestinata. Aveva sedici anni e una vita difficile, scappava dal Sert, rifiutava l’aiuto dei genitori che erano sgangherati forse, che erano confusi e destabilizzati, forse, ma che ad aiutarla ci avevano provato eccome. Desirèe aveva una vita per riscattarsi, scrive Selvaggia Lucarelli su il fatto quotidiano, aveva un futuro che non era affatto scritto o segnato, perchè dalla droga per fortuna spesso si esce e di droga, signora mia, si muore infinitamente meno che in passato. Nel 1996, in Italia, ci sono state 1600 morti per overdose. Nel 2016 “solo” 266. Si muore più di fumo e di alcool, si muore di più attraversando la strada. Non occorre essere salviniani, invocare ruspe, portare rose bianche, per risparmiare ai genitori di questa ragazza il peso della colpa”. Desirée aveva solo 16 anni, era una ribelle, aveva una vita incasinata, una famiglia più incasinata, non si rendeva conto di ciò che faceva, dei pericoli, era una bambina di 16 anni. “Ma a Desirèe la droga l’hanno data gli adulti, i grandi.

L’hanno violentata per ore i grandi. L’hanno lasciata morire i grandi. Non una dose. Come Cucchi, del resto, che sì era un drogato pure lui, ma non è morto per un buco. È morto per le botte dei carabinieri. Per l’indifferenza di chi doveva curarlo e l’ha abbandonato al suo destino”. Quando muore un drogato importa a pochi, è quasi un fastidio, è una notizia che non ci riguarda. Quando muore un drogato non cerchiamo mai di capire di chi sono le responsabilità, non cerchiamo il movente o il fatto, siamo suscettibili alle indicazioni della stampa che banalmente ci propone sempre gli stessi clicchè. Tutto fa notizia e audiences, anche Mughini e Lerner, che si accodano ai luoghi comuni e non riescono a dire con chiarezza che Desirèe è stata uccisa dai suoi aguzzini, a soli 16 anni, in uno stabile abbandonato di San Lorenzo. Desirèe non è stata uccisa dalla droga, ma dai suoi stupratori.

di Claudio Caldarelli

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