Nelle intenzioni di Papa Francesco c’e’ forse il sogno di una società più equa e fondata sull’amore

Poco dopo la sua elezione, papa Francesco espresse la sensazione che il suo pontificato sarebbe stato breve, quasi solo una riscoperta dei contenuti del Concilio Vaticano Secondo, di apertura e di incontro con tutte le donne e gli uomini di buona volontà
Non lo è stato, invece. Il suo magistero continua e la riproposizione della Chiesa dei poveri, delle origini è stata ed è presente in ogni suo atto dottrinale,dai “Motu proprio” alle Encicliche ed alle Esortazioni apostoliche.

Ma non solo. La nuova chiesa sinodale, quella che ha riportato alle origini: … “Lo Spirito Santo e tutti noi insieme”.., come si legge negli Atti degli Apostoli, è tornata ad avere una presenza fondamentale, decisiva, in particolare.
Nel 2015 con il Sinodo sulla famiglia ed in questi giorni con il sinodo sui giovani, nel quale 250 vescovi hanno preparato ed approvato una lettera ai giovani e per i giovani, di 12 capitoli, 167 paragrafi, 60 pagine.
Sarà mia cura riproporre nei prossimi numeri questo messaggio, diretto a una fascia che oggi nel mondo è presa in considerazione solo per sfruttarla come consumatrice di prodotti più o meno inutili e per fingere di disprezzarla perché dedita allo stordimento con alcool e droga.
Del messaggio voglio ricordare qui solo un punto, molto significativo:
“Una chiesa che cerca di vivere uno stile sinodale non potrà fare a meno di riflettere sulla condizione e sul ruolo delle donne al proprio interno” e che conseguentemente è un dovere di giustizia “.. la presenza femminile negli organi ecclesiali a tutti i livelli, anche in funzioni di responsabilità, e della partecipazione femminile ai processi decisionali ecclesiali..”
Nel discorso di chiusura Francesco ha chiesto scusa ai giovani, per non avere la chiesa dato ascolto ad una voce fondamentale per il futuro.
C’è da sperare che il suo impegno per una realtà in cui donne e giovani siano una presenza egualitaria non sia ostacolato da quella opposizione oscura che tenta di fermare ogni riforma.

Come quella della Curia, che C9, il Consiglio dei Cardinali nella 26° riunione dello scorso settembre, sembrava considerare come definita, ma per la quale non si sono avute altre notizie, salvo il possibile rimpasto del C9 (del quale non fa più parte mons. Pell per le accuse a lui rivolte in Australia di copertura di fatti di pedofilia).

Già, la pedofilia,il problema e l’attacco più pesante che la chiesa sta subendo in questo periodo. Che trova oltretutto anche battaglie interne proprio contro Papa Francesco per qualche presunta incertezza su possibili segnalazioni ricevute.
Una situazione incredibile. In una chiesa che per secoli ha avuto al riguardo
coperture pesantissime, collusioni con ambienti compromessi, colpevoli silenzi fino agli ultimi anni. si usa questa battaglia nei confronti di Francesco e della sua chiesa, proprio ora, quando per la prima volta si è condotta una lotta senza quartiere alla presenza di degenerazioni e di coperture pedofile, con condanna, allontanamento, degradazione anche di alti prelati.

Sono stati, sono attacchi pesantissimi. Ad essi Francesco ha fatto riferimento, alla conclusione del sinodo, dicendo che “il grande accusatore” (era il nome del diavolo, nella bibbia) attraverso noi attacca la Chiesa. E la Chiesa è “casta meretrix” e quindi ..”la Chiesa non va sporcata. I figli sì, siamo sporchi tutti; ma la Madre no. E per questo è il momento di difendere la Madre: e la Madre la si difende dal Grande Accusatore con la preghiera e la penitenza”.

C’è tanto dolore, nelle parole di Francesco, un papa profetico, che crede e sogna un futuro di amore, di uguali diritti e doveri, di solidarietà per tutte le donne e gli uomini della terra. E qualche volta, parla come se i principi della sua religione debbano essere un obbligo per tutti.

Così, nella sua catechesi sul “non uccidere”, il 10 ottobre, ha parlato di aborto e di sicario, e le sue parole sono state riprese in modi diversi, anche di condanna per chi non fa obiezione di coscienza.
Non potevo essere d’accordo, a me è sembrata una mancanza di discernimento, insolita in Francesco, ed ho cercato le parole esatte. Ve le riporto:
“Un approccio contraddittorio consente anche la soppressione della vita umana nel grembo materno in nome della salvaguardia di altri diritti. Ma come può essere terapeutico, civile, o semplicemente umano un atto che sopprime la vita innocente e inerme nel suo sbocciare? Io vi domando: è giusto “fare fuori” una vita umana per risolvere un problema? E’ giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Non si può, non è giusto “fare fuori” un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema. E’ come affittare un sicario per risolvere un problema”
Continuo a non essere d’accordo. Ovviamente non entro nel tema religioso.
Per me l’aborto è un diritto della donna, è una sua scelta, legittima in Italia.
Per me l’aborto è sempre una sconfitta. Perché non deve essere un anticoncezionale. Non deve essere un atto di egoismo per rimanere liberi.
Per me deve essere un atto che non costringe ad una vita di stenti, ad una morte da annegato nel Mediterraneo.
Mi rendo conto che nei 7 miliardi di persone sulla terra ci possono essere problemi , tradizioni, abitudini diverse, sulle quali non ho diritto di dare giudizi.
Ma credo che il “non uccidere” non può essere limitato all’aborto.
Deve essere considerato per gli omicidi sul lavoro, più di mille ogni anno in Italia, molti per volontaria mancanza di misure di sicurezza.
Deve essere considerato per le morti in guerra, volute per motivi di potere, di controllo di risorse, di contrapposizioni religiose.
Deve essere considerato per proposte di cibi adulterati, per la produzione e distribuzione di droga.
Per tutto questo, e per molto altro, deve valere il “non uccidere”

Per la religione cattolica l’aborto è un peccato. C’è la misericordia, c’è la confessione. Rispetto la scelta, ma non credo debba essere imposta a tutti.
Sarà bello il mondo in cui quella scelta sarà di tutti, perché per tutti ci sarà amore, ci sarà solidarietà, ci sarà speranza di felicità.
Ma quel mondo oggi sembra ancora lontano, tanto lontano.

di Carlo Faloci

Print Friendly, PDF & Email