Venezuela: una poltrona per due

Siamo arrivati al punto che Bogotà, la capitale della Colombia, praticamente ospita la sede dell’autoproclamato governo venezuelano di Juan Guaidó. Sembra fallito, per il momento, il tentativo insurrezionale che secondo i piani doveva passare attraverso la consegna degli “aiuti” umanitari e portare alla conquista di una striscia di territorio ai confini con la Colombia dove installare la sede dell’amministrazione Guaidó.

Oggi, nonostante il sostegno statunitense e quello colombiano, l’autoproclamato presidente appare come il capo di un governo fantasma, protetto dalle truppe di una nazione confinante, senza alcun controllo sul territorio venezuelano, senza potere sull’esercito e senza che i suoi ordini siano riconosciuti da alcuna autorità. Mentre Nicolas Maduro conserva il suo potere. Che cosa potrà accadere ora è tutto da verificare.

Trump ha idee ben precise e radicate sulla situazione venezuelana.

Ovviamente si può credere che sia spinto da una forte carica umanitaria e da un desiderio di democrazia. Oppure si può fare affidamento sulle parole di Andrew McCabe, ex vicedirettore del FBI, che nel suo libro “The Threat” riporta un incontro nello studio ovale della Casa Bianca. Durante quella riunione, secondo McCabe, Donald Trump ha espresso le sue idee sul Venezuela. In sintesi, per il presidente, gli Usa dovrebbero entrare in guerra con lo Stato sudamericano.

Il motivo? “Hanno tutto quel petrolio e sono nel nostro cortile”. Conoscendo il personaggio, questo tipo d’analisi sembra appartenergli.

E’ vero che spesso le affermazioni da cow boy del presidente spesso lasciano il tempo che trovano.

Lo schieramento di forze statunitensi a Porto Rico e in Colombia, però, porta a credere che un intervento militare in Venezuela rientri tra le possibilità. Visti gli interessi in campo, la situazione venezuelana dovrebbe imporre alla diplomazia internazionale una posizione più cauta che quella messa in campo finora.

Occorre evitare l’innesco di nuove violenze e portare aiuti alla popolazione venezuelana che soffre per la grave crisi economica.

Ma aiuti veri, non quelli che il Comitato internazionale della Croce Rossa si è rifiutato di distribuire perché quella sponsorizzata da Trump non si configura come un’operazione umanitaria priva, com’è, dei caratteri d’indipendenza, imparzialità e neutralità.

di Enrico Ceci

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