La difficile convivenza con l’inquinamento ambientale

L’inquinamento resta una parola senza significato finchè non se ne vivono le conseguenze sulla propria pelle. Da ultima analisi risulta che in Italia, due città, Torino e Milano pagano il prezzo più alto, per il numero di morti ricollegabili in modo diretto all’inquinamento. Milano con 930 morti l’anno detiene il triste record. Nonostante tutto queste morti restano silenziose, non sembrano nemmeno degne di notizia.

Un aereo che precipita impressiona, fa paura e fa rumore. Quasi mille morti per inquinamento, no.

Gli studi condotti hanno dimostrato che sono in prevalenza i gas di scarico delle auto diesel a creare la situazione di pericolo per la salute. Eppure questi dati non sembrano smuovere le coscienze.

Un grave problema di inquinamento delle acque potabili ha, di recente, interessato una cittadina del sud, Ragusa. Pare che in seguito alle piogge incessanti della fine di febbraio si sia nuovamente prodotto un fenomeno di infiltrazione che ha determinato la modifica, in peggio, dell’acqua. L’intervento immediato è stato quello di chiudere e verificare i punti inquinati ma l’acqua ormai in circolo non ha potuto essere utilizzata per giorni.
In primo luogo non si è potuto bere. Poi non la si è potuto usare per l’igiene intima, per il viso, non si sono potuti lavare i piani di lavoro, pulire pentole, piatti, bicchieri, posate, cucinare, la biancheria si è dovuta lavare a 90°… mille altri accorgimenti che, in definitiva, hanno costretto i cittadini di alcuni quartieri ad approvvigionarsi presso i punti di distribuzione dell’acqua, immediatamente creati e pubblicizzati.
Il fenomeno ha interessato una parte della città, migliaia e migliaia di persone. Bambini, anziani, persone con difficoltà deambulatorie, sono andati tutti incontro a difficoltà importanti.

Non è accettabile che esistono delle fonti inquinanti che creano problemi di tale portata e gravità. Non è accettabile che esista qualcuno che non considera la gravità delle conseguenze di proprie disattenzioni e incuria. Il disagio è stato enorme. Per l’igiene, per la pulizia ordinaria, per la cucina.
Immaginate solo per un attimo cosa può voler dire avere un bambino di pochi mesi, una persona malata, in casa.
Esiste un’indagine che possa portare ad accertare e punire quel qualcuno (se c’è e se è individuabile) che poteva mettere in atto delle precauzioni atte ad evitare questo negativissimo fenomeno di portata locale?

Il problema nella piccola città è rientrato, ma ha fatto sentire e capire quanto possa essere grave e difficoltoso vivere in condizioni di emergenza ambientale, anche solo per pochi giorni.

Questi dati sull’inquinamento non sono, purtroppo, un fatto raro. Da un’ultima indagine della Aea (Agenzia europea dell’ambiente) in Europa esistono ancora notevoli problemi che riguardano laghi, fiumi, falde acquifere e, conseguentemente, il territorio circostante.

Un dato sicuramente emerge dagli studi e dalla cronaca. E’ necessario cambiare i comportamenti, punendo con decisione chi non rispetta le indicazioni per preservare l’ambiente. Se si vuole pensare al futuro, perché sia ancora possibile un futuro su questo pianeta.

di Patrizia Vindigni

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