Le possibilità dell’anima al femminile del mondo

Il giorno della donna è volato via. Un otto marzo vissuto in giornate cariche dei soliti fardelli, caratterizzato da poche discussioni, da auguri gentili di qualche uomo, da mazzetti di gialle mimose. In qualche luogo si sono tenuti degli incontri, utili e interessanti per chi vi ha partecipato, ma continua a mancare la crescita, la presa di coscienza di cosa può significare la presenza femminile su questo pianeta.
L’otto marzo manca la riflessione, estesa, generalizzata a uomini e donne, del cambiamento rivoluzionario che dovrebbe prendere posto in ogni collettività del mondo.
Un mutamento nel quale quelle caratteristiche femminili, così a lungo invocate per restringere le donne in ruoli solo familiari, potrebbero diventare asse portante di una vero rivoluzione sociale.
Se è vero che le donne, come qualcuno vuol sempre intendere per relegarle in casa, possono avere un senso diverso della vita in quanto destinate alla procreazione, questo potrebbe forse influire, con le donne in posizioni diplomatiche e di influenza politica, sulla scelta della pace, del dialogo, della discussione, piuttosto che sul mantenimento di clima ostile e minaccia costante di guerra.

Se è vero che esse sono chiamate a tutelare la vita, perché non dovrebbero tutelarla a favore del genere umano? Basta con il  mostrare i muscoli! La quasi totalità delle donne non può imporsi con la forza. Per struttura, prima fisica e conseguentemente mentale, deve scegliere la via dell’analisi e del dialogo. Può discutere fino all’esaurimento proprio o dell’avversario, ma non diventare fisicamente pericolosa.
Non si vuole generalizzare. E’ ovvio. Il discorso è forse più una provocazione (ma un poco confessiamo di crederci) nei confronti di chi vuole proteggere le donne chiudendole in casa, senza riconoscere loro un ruolo maggiore e incisivo oltre quello di procreatrice (magnifico e indiscutibile dono ).

Oggi, con suggerimenti falsamente protettivi , in stile “le donne dopo una certa ora non dovrebbero stare in giro, se vogliono evitare rischi di violenza”, si può solo ottenere un magnifico ritorno al passato.

Domanda (provocatoria): ma se sono gli uomini a violentare le donne e a minacciarne la sicurezza, perché impedire alle pacifiche donne di uscire? Perché non obbligare dopo una certa ora, agli uomini, di circolare? Se non ci sono uomini per strada che paura devono avere le donne? Il coprifuoco per gli uomini o il senso civico del reciproco rispetto. Questa potrebbe essere la strada da seguire, soprattutto quella dell’educazione al rispetto. Reciproco. Sempre. Sin da bambini, sin dal primo vagito.

Le donne occidentali non dovrebbero, inoltre, dimenticare quanto accade nel resto del mondo a tutte le altre donne. Infibulazione, spose bambine, aborti selettivi, sottomissione o morte, impossibilità di accesso agli studi, violenze sessuali in guerra … Un mondo che non è ancora migliorato, che non esce da una situazione di ignoranza, che genera sofferenza. Non si dovrebbe mai dimenticare che  niente è acquisito per sempre, nessun diritto, nessun avanzamento, l’oscurantismo e la perdita di libertà sono sempre minacce presenti. E si deve avere la consapevolezza che si deve lottare per mantenerli. Non siamo libere se la libertà non è per tutte.

di Patrizia Vindigni

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