Louise Michel, la rivoluzionaria di Francia

La toponomastica delle stazioni della metropolitana parigina è costellata di personaggi maschili. Alle donne sono dedicate solo 4 stazioni (su 303), a tal punto da scatenare l’ira delle femministe, che da anni si battono per dare la giusta visibilità alle donne che hanno fatto la storia di Francia, anche nella toponomastica delle città.

Una delle 4 fortunate donne a cui il Comune di Parigi ha deciso di dedicare una stazione è Louise Michel. Chi era costei?
Nata nel 1930 nel castello di Vroncourt in Haute-Marne, Louise Michel, figlia di serva ma castellana di adozione, cresce coltivando la musica, la poesia e la letteratura. Sin dall’infanzia manifesta pietà per i più deboli e insofferenza per le ingiustizie sociali. Nel 1852 ottiene il diploma di maestra, rifiuta di prestare giuramento all’impero di Napoleone e apre una scuola pubblica. Nel 1857 si traferisce a Parigi per insegnare e nel frattempo pubblica testi sotto lo pseudonimo di Enjolras, personaggio de “I Miserabili” di Victor Hugo, amico e corrispondente epistolare di Louise per 20 anni. A Parigi la giovane istitutrice trova terreno fertile per le sue ideologie e comincia a frequentare gli ambienti rivoluzionari, partecipando attivamente alle insurrezioni che porteranno alla caduta del Secondo Impero e all’esperienza della Comune di Parigi (1870/1871).

Perché Louise Michel è una delle rare donne ad essersi guadagnata un posto di nella storia di Francia? Perché ha combattuto sulle barricate per difendere la Comune, ha guidato il battaglione di Montmartre e partecipato all’assalto delle truppe di Versailles. Ha galvanizzato le folle, è stata un’istigatrice temeraria della Comune, la portavoce del popolo oppresso, un modello di donna tutt’altro che arrendevole e remissiva.
I pubblici elogi del suo caro amico Victor Hugo, che la definì “Viro Major”, (più grande di un uomo), hanno contribuito a fare di lei una figura amata e acclamata dai francesi.
Persino in Nuova Caledonia, dove sarà deportata per sette anni, a seguito dell’esperienza rivoluzionaria parigina, non rinuncerà a diffondere i suoi messaggi di lotta sociale tra i nativi neocaledoni.
Rientrata a Parigi nel 1880, la sua militanza attiva la porterà a entrare e uscire dal carcere diverse volte. Ciononostante, resterà fedele fino alla fine dei suoi giorni ai suoi ideali di Giustizia e Libertà.

di Vittoria Failla

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