I bambini che muoiono in guerra

Una guerra che dura da otto anni, senza interruzioni, con distruzioni continue, mine disseminate in ogni luogo. Una guerra che conta migliaia di morti e, tra questi, migliaia di bambini. Tra di loro piccoli che non hanno conosciuto un giorno di pace, nati in guerra, che hanno respirato la polvere che si solleva dopo le esplosioni, che hanno sentito ninna nanne cantate da fucili e ogni genere di arma. Bambini feriti portati in braccio da genitori con il cuore straziato, incuranti del pericolo, che chiedono, invocano di salvare.

E’ la Siria.

Terra di fascino, madre e padre del nostro passato, nodo politico irrisolto, terra in cui si viveva studiando, lavorando, amando/odiando, in ritmi regolari, cadenzati da un tempo che non sembrava dovesse diventare di incubo e paura, di risvegli nella notte. Esistono nuclei familiari che erano composti da gente che, prima del 2011, viveva vite caratterizzate da un quotidiano normale, che si è dissolto nel sibilo di centinaia di migliaia di proiettili.

E i bambini continuano a morire. E vagano per le strade, figli senza genitori, a volte figli di combattenti spariti nel nulla, in ogni caso bambini. Piccole vite che dovrebbero conoscere il calore di un abbraccio, che li accoglie, che li rassicura, ma che trovano le pietre diroccate, il vuoto, la fuga e l’indifferenza di un mondo che non comprende, per sua fortuna, cosa vuol dire GUERRA.
I numeri dell’Unicef raccontato di 1106 bambini morti nel solo 2018. Li uccidono le mine inesplose. Muoiono perché si muovono su una terra devastata. Sono piccole anime che hanno diritto ad un futuro e non possiamo fare finta che non esistano. Il loro pianto non può lasciarci indifferenti e il loro allontanarsi da una terra in difficoltà meriterebbe di incontrare mani tese in aiuto. E’ difficile sviluppare un concetto di accoglienza, pensare che da un luogo distrutto si voglia fuggire, andare lontano, se non si vive la stessa sofferenza.

E’ una guerra di cui si è persa, nelle memoria, la motivazione iniziale. Sunniti contro alawiti , influenza russe a favore del governo di Assad, americane contro il governo di Assad, interventi europei, turchi, bombe contro la popolazione e i civili. Una guerra nata da una rivolta che è diventata una rivoluzione con mille intricati fili. La necessità di trovare un sentiero di pace risulta ogni giorno più evidente e necessaria.
Nel frattempo non può dimenticarsi che sui volti di troppi piccoli indifesi scorrono lacrime di dolore e che questo è un pianeta su cui ogni singolo essere vivente ha diritto alla vita.

di Patrizia Vindigni

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