Ha vinto la paura

Vexata quaestio, quella dei migranti. Se n’è per anni lungamente dibattuto senza giungere ad una conclusione degna di una società civile. E’ diventata un’emergenza, un tema chiave nel confronto politico degli ultimi anni e ha dominato l’ansia dei votanti italiani alle elezioni europee del 26 maggio. Eppure, per quanto la ‘questione migranti’ sia un tema di cui si è discusso ogni giorno, il dibattito ancora si fonda su una percezione distorta della realtà alimentata ad arte da slogan semplicistici. Gli Italiani credono che gli stranieri in Italia siano il 30% e invece sono il 7%. Credono anche che i musulmani rappresentino il 20% della popolazione, quando in realtà sono soltanto il 3,7%. In Italia, proporzionalmente al numero di abitanti, abbiamo meno immigrati rispetto alla Germania, alla Francia, all’Inghilterra, alla Spagna, eppure ci hanno fatto sentire invasi.

…AMMONTICCHIATI LÀ COME GIUMENTI

SULLA GELIDA PRUA MORSA DAI VENTI,

MIGRANO A TERRE INOSPITI E LONTANE…

Il tema della migrazione è diventato lo strumento principe della campagna elettorale della destra: non c’è stato giorno in cui non siano rimbalzate sui mezzi di comunicazione notizie di reati commessi da extracomunitari (per dimostrare che sono pericolosi). Notizie divulgate tutte con lo stesso sistema: preso un fatto di cronaca che coinvolge un migrante, lo si elegge a paradigma di categoria, lo si sponsorizza sui social network -pagando fior di quattrini- facendo rimbombare odio e il razzismo tra il maggior numero di persone possibili. La campagna contro i migranti condotta con questo metodo è costata migliaia di euro: bisogna essere imprenditori per finanziare la paura.

…LACERI E MACILENTI,

VARCANO I MARI PER CERCAR DEL PANE.

TRADITI DA UN MERCANTE MENZOGNERO,

VANNO, OGGETTO DI SCHERNO ALLO STRANIERO…

Eppure non tutti gli stranieri ci spaventano. Quando sono disposti a lavorare per pochi soldi gli “scartati”, “i migranti”, gli “sfollati”, ci piacciono di più. Ci aggradano pakistani e indiani se lavorano nelle stalle del Nord, e le badanti, che sono tutte donne dell’Est. Nelle cave di marmo faticano per lo più africani, nei calzifici e nelle officine lavorano un misto di neri e vietnamiti. Muoiono ragazzi dalla pelle scura nei campi dove si raccolgono i nostri pomodori.

…BESTIE DA SOMA, DISPREGIATI ILOTI,

CARNE DA CIMITERO,

VANNO A CAMPAR D’ANGOSCIA IN LIDI IGNOTI…

Negli ultimi anni noi europei abbiamo costruito già otto muri per arginare l’ingresso dei migranti. Ma da dove viene questa paura che ci sta trasformando in una civiltà assediata, che ci ha reso insensibili davanti alla disperazione di tante persone perse in mezzo al mare? Che ci fa chiudere gli occhi davanti alla fame, alla disperazione?

Nasce dai sensi di colpa.

Il fenomeno della migrazione, lo sappiamo bene, non finirà domani.  Consapevoli della nostra ricchezza e dei nostri privilegi, perché nati nel cuore dell’occidente, sappiamo di essere, per questa nostra insensibilità, indegni di tanta ricchezza. La paura che ci fa alzare i muri nasce dal sospetto estremamente fondato che la nostra non-innocenza prima o poi ci presenterà il conto.

…VANNO, IGNARI DI TUTTO, OVE LI PORTA

LA FAME, IN TERRE OVE ALTRA GENTE È MORTA;

COME IL PEZZENTE CIECO O VAGABONDO

ERRA DI PORTA IN PORTA,

ESSI COSÌ VANNO DI MONDO IN MONDO…

I barconi alla deriva nel Mediterraneo, i porti chiusi, i rimpatri, i clandestini, i centri d’accoglienza: questi i temi che hanno tenuto banco per tutta la campagna elettorale e l’esito del voto delle consultazioni europee è stato quasi un referendum sulla apertura o sulla chiusura delle frontiere. Un secolo fa ed elemosinare lavoro e pane davanti alle frontiere altrui, poveri, sporchi, affamati, erano gli italiani. Nelle urne ha vinto la paura dei migranti che siamo stati noi.

Noi che abbiamo perso il tutto, anche la poesia.

…VI SIA PIETOSO IL CIELO E IL MAR CLEMENTE,

V’ALLIETI IL SOLE IL MISERO VIAGGIO;

ADDIO, POVERA GENTE,

DATEVI PACE E FATEVI CORAGGIO…

(Edmondo De Amicis, GLI EMIGRANTI, 1882)

di Daniela Baroncini

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