Venezuela e Colombia: aumentano le tensioni

Aumentano le tensioni al confine tra Colombia e Venezuela e lo scontro armato sembra sempre più probabile.

Certo, fin dal suo insediamento nel 2013, Nicolas Maduro accusa Bogotà di tramare contro il regime bolivariano e, lungo gli oltre 2000 chilometri di frontiera, si registrano spesso tensioni che non sono però mai arrivate a degenerare in uno scontro militare aperto.

Lo scontro tra i due paesi, che hanno interrotto le relazioni diplomatiche, si è accentuato, però, dopo i fatti delle ultime settimane. Con l’approssimarsi delle elezioni regionali, infatti, non passa giorno che in Bolivia non vengano assassinati ex guerriglieri, leader indigeni, attivisti dei diritti umani e candidati politici. L’aggravarsi della situazione ha portato la dissidenza della Farc a riarmarsi: stavolta solo per difesa. Nel dare l’annuncio, l’ex numero due delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia, Ivan Marquez, ha affermato che “non ci saranno sequestri, attacchi a forze armate, ma difesa armata solamente in caso di aggressioni. Ci impegniamo ad un dialogo costante con imprenditori e contadini locali per il benessere delle comunità rurali e urbane”.

Il presiedente colombiano Iván Duque Márquez, in carica dal 2018 e da sempre contrario agli accordi, ha accusato i dissidenti di “una vera e propria azione criminale che viola gli accordi presi” e accusato il Venezuela di essere l’ispiratrice del riarmo facendo così ricadere la crescente tensione interna sul governo bolivariano.

Caracas ha reagito accusando Duque di portare avanti un falso pretesto per attaccare il territorio venezuelano e avviare un conflitto armato con il sostegno della comunità internazionale. Il Venezuela accusa inoltre la Colombia di aver abbandonato le regioni di confine nelle mani dei narcotrafficanti e del loro corollario di violenza. Una situazione che ha spinto centinaia di migliaia di profughi a cercare rifugio proprio nel paese bolivariano.

Duque ha subito trovato sostegno nell’autonominato Guaidò, che si è spinto fino a chiedere un intervento militare contro il “suo” paese.

Per tutta risposta il governo venezuelano ha dispiegato, secondo l’agenzia di stampa spagnola Efe, alcune unità dell’esercito, mezzi blindati, batterie anti-aeree e lanciarazzi al confine con la Colombia.

Anche se la Colombia nega negare di aver predisposto un piano per attaccare il Venezuela, o per favorire il lancio di un’offensiva militare nel suo territorio da parte degli Stati Uniti, basta ormai una scintilla per scatenare la guerra.

di Enrico Ceci

 

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