Le monete testimoni della conquista araba della Siria

L’invasione araba di Siria e Palestina ebbe inizio nel 634, sotto la guida del califfo Abu Bakr che divise l’esercito in quattro corpi, ognuno con un obiettivo diverso.
La guerra durò quattro anni e nonostante gli sforzi dei Romani orientali, nel 637 la Siria, la Palestina e le città più importanti caddero sotto il controllo degli Arabi.
A testimonianza di quel momento così caotico ci giungono alcune emissioni monetali.
Queste raffigurano al dritto l’imperatore Eraclio in abiti militari e il figlio Eraclio Costantino in abiti civili; al rovescio si trova il segno di valore, l’anno di regno di Eraclio (il 25esimo, corrispondente al 634-635) e il nome della zecca che ha emesso la moneta, espresso in NEA.
Sebbene alcuni studiosi non siano concordi, è abbastanza verosimile che queste monete siano state coniate dai Romani d’Oriente in una zecca improvvisata, per poter effettuare il pagamento delle truppe impegnate sul fronte contro l’avanzata araba.
L’abbreviazione NEA permetterebbe di identificare la zecca, in questo caso la città di Neapolis di Palestina, corrispondente all’odierna Nablus.
Queste monete sono spesso coniate su porzioni di monete più vecchie e più grandi, frazionate per lo scopo. Si tratta di monete chiaramente emergenziali, la cui emissione potrebbe essere stata autorizzata dal governo centrale così come da qualche autorità locale, a seguito della scarsità di moneta in bronzo circolante con cui effettuare i pagamenti ai soldati.
Lo stile crudo delle raffigurazioni, l’irregolarità dei bordi, e la battuta frettolosa trasmettono tutta l’angoscia, l’incertezza e l’instabilità di quel particolare periodo storico, in cui gli Arabi infine annetteranno i territori di Siria e Palestina al loro califfato.
di Fabio Scatolini