Una coscienza critica verso il futuro.

Il governo Conte 2 (o giallorosso, o M5Stelle-Pd-Eu-(Iv), o Antisalvini, o No elezioni, come preferite) ha portato a termine il suo compito fondamentale per il 2019, e cioè l’approvazione del bilancio 2020 senza aumento dell’IVA.

Lo ha fatto nel modo peggiore. Avrebbe potuto occupare la scena ogni giorno, con la minaccia dell’aumento IVA da affrontare, con la viltà di chi per paura aveva fatto cadere il governo giallo-verde, con il sollievo di un risultato finalmente raggiunto. E invece …
Invece si è fatto invischiare sul Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) mentre media, pseudo economisti, politici ignoranti (moltissimi) ed esperti (pochissimi) ne vantavano benefici o ne paventavano rischi, come se un eventuale paese in stato fallimentare, necessitato a chiedere una misura eccezionale di sostegno economico all’Unione Europea, potesse ottenerla senza qualche condizionamento.

Ancora una volta una occasione perduta, in un momento dove qualche aspetto positivo poteva essere registrato, con la speranza di una nuova cultura di governo.

Come, come per il cinquantenario dalla strage di piazza Fontana, dove per la prima volta partecipava un Presidente della Repubblica, Mattarella, che senza mezzi termini ha denunciato il depistaggio di una parte delle istituzioni dello Stato, e dove c’è stato l’abbraccio tra le vedove dell’anarchico Pinelli e del commissario Calabresi.

Come nel messaggio di Francesco per la giornata mondiale della pace, che ha ricordato come “la nostra comunità umana porta, nella memoria e nella carne, i segni delle guerre e dei conflitti che si sono succeduti, con crescente capacità distruttiva, e che non cessano di colpire specialmente i più poveri e i più deboli.”
Ed il pontefice ha anche indicato che “La pace e la stabilità internazionale sono possibili solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana di oggi e di domani”

Come nelle piazze, che con la presenza delle Sardine tornano a vivere, ad essere momento di speranza per un futuro di solidarietà, diverso da quello di oggi, incancrenito sull’egoismo e sul profitto.
E dobbiamo sperare che le Sardine rimangano un movimento, senza velleità di organizzazione politica e di governo.
C’è da augurarsi che esse continuino ad essere coscienza critica della società, con perenne riferimento alla Costituzione antifascista nata dalla Resistenza, per indicare a qualsiasi governo, in qualsiasi situazione (comunale o regionale o nazionale) le priorità da tenere sempre presenti, come erano nel passato le richieste delle ormai antiche e dimenticate cinque stelle.
Tra le priorità, sicuramente, c’è da augurarsi che rimangano alcuni riferimenti:
– Come i diritti dei giovani, in una società a supremazia senile.
– Come i diritti delle donne, in una società abbarbicata sul maschilismo, con solo qualche timido segno di progresso: come la prima donna, Marta Cartabia, chiamata ad essere Presidente della Corte Costituzionale, che ha voluto dire, con il suo primo saluto: “In Italia età e sesso ancora contano, ma è stato rotto un soffitto di cristallo e spero di fare da apripista”.
– Come i diritti dei migranti, di solidarietà in una società nuova e multiculturale, fondata sull’essere donne ed uomini con pari diritti e pari dignità, e non sulla ricchezza o sul colore della pelle.

Ecco, nell’anno che termina c’è da sperare che questa voce solidale che viene dalle piazze trovi accoglienza dentro un governo che non deve sopravvivere malamente, per paura del voto o per trovare consensi nei sondaggi, ma deve attuare le scelte di cambiamento comuni nei fondamentali delle forze che lo compongono.
Perché si possa vivere con la speranza di un mondo in cui libertà, fraternità e uguaglianza riescono finalmente ad essere presenti.

di Carlo Faloci

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