Sembriamo malvagi, lo siamo

Nessuno scende in piazza. Dall’inizio dell’anno si sono letti titoli, ascoltati tg, che raccontano di un 2020 di violenza pari o superiore al precedente. Il mondo è letteralmente in fiamme.

Brucia per i missili che percorrono i cieli, per un aereo caduto, per un continente, l’Australia, che ha conosciuto uno dei maggiori disastri planetari, con oltre mezzo miliardo di animali morti per incendi che si sviluppano da settembre 2019. E nessuno urla di dolore, se non la nostra Terra devastata. In tutti questi eventi è sicuramente presente la mano dell’uomo. Indubbiamente nelle guerre, nei missili, nell’aereo caduto, per errore o attentato, ma anche nelle fiamme che hanno avvolto l’Australia. In Australia si parla di 183 arresti per incendio doloso.

Sarebbe necessario forse che cominciassimo tutti a prendere coscienza dell’orrore che siamo capaci di riversare in poco tempo nel mondo. Abbiamo un potere distruttivo che nessun altro essere vivente è in grado di produrre o raggiungere e siamo, contemporaneamente, capaci di non provare sentimenti importanti per reagire di fronte a tanto dolore e devastazione.

Si sovrappongono da mesi immagini di animali brucianti, dall’Alaska, all’Africa, alla California, al Brasile, all’Australia. Tonnellate di CO2 riversate nell’aria, fumi che raggiungono le città, cieli che si riempiono di detriti. Non so se avete mai visto un incendio o sentito il calore di fiamme alte e crepitanti. Sono un incubo che terrorizza. E che uomini, armati di coraggio, sono chiamati a combattere, sperando di vincere.

L’immagine del vigile del fuoco che esulta, in Australia, per la pioggia, dopo mesi di lotta contro il fuoco resterà indelebile nella memoria.

E noi, uomini della Terra…

Dimentichiamo guerre che vanno avanti da anni, che producono ogni giorno morti, anche tra i bambini. Nel dimenticato Yemen si muore di fame, in città assediate, tra l’indifferenza generale di un mondo distratto. Viviamo in collegamento costante sui social, abbiamo aggiornamenti in tempo reale ma non si hanno reazioni  se non quelle, tipiche da tastiera. La lacrimuccia di fronte a immagini sconvolgenti. Dovremmo soffrirne, rispondere con cortei e azioni volte a migliorare questo triste status. Chiedere che si cambi rotta, nei rapporti tra i popoli, che si puniscano in modo deciso gli appiccatori di incendi. La sensazione è che ci limitiamo a cambiare pagina, illudendoci, con lo scorrere dello schermo, di cancellare la realtà che ci sovrasta.

Sembriamo struzzi.

Siamo capaci di scrivere mail roventi e di lasciare impressioni negative per ogni acquisto o esperienza  on line non andata a buon fine, ma nel momento in cui occorrerebbe rimboccarsi le maniche per darsi tutti insieme una mano a risollevare le sorti del pianeta, non siamo capaci di unirci, restiamo frammentati in miliardi di individualismi e piccole realtà. Siamo scorretti con il nostro pianeta, che sfruttiamo e polverizziamo, volendo essere, ciascuno, Re di un solo, piccolo, Regno. Ne uccidiamo gli abitanti, riusciamo a odiare i nostri simili, troviamo sempre nuove ragioni per farci del male.

Sembriamo malvagi, lo siamo.

Da oggi potremmo forse provare a essere empatici, potremmo tentare di sentire la sofferenza , oltre che la gioia, che scorre nel nostro pianeta. Sentire l’urgenza di fare qualcosa, per aiutare chi è in difficoltà, per usare le risorse della Terra in modo responsabile. Non solo per essere migliori, ma per lasciare che qualcosa ci sopravviva, per permettere ai più giovani di vivere la loro vita.Ammirevole il ragazzo che raccoglie i koala bruciacchiati per portarli a casa e curarli. Ammirevole il gesto di chi sta donando parte del proprio, Elton John, i Metallica, a sostegno di chi è stato colpito. La musica che unisce, che dovrebbe farci capire l’importanza del sentirsi un unico corpo. Una nota di speranza e solidarietà

di Patrizia Vindigni

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